A quattro giorni dalla chiusura delle votazioni e a giochi fatti, mentre ladrenalina della campagna elettorale va scemando, ci sono alcuni punti fermi su cui iniziare a ragionare. Uno di questi, visto cosa è successo appena il giorno dopo la ufficializzazione, non la proclamazione, degli eletti (larresto di Cateno De Luca) riguarda sicuramente la credibilità delle Istituzioni che passa attraverso la credibilità di chi le rappresenta il Presidente della Regione, quindi Nello Musumeci. Come persona e come politico viene visto, da larghissima parte della gente, come soggetto inattaccabile sotto laspetto dellonestà e della capacità amministrativa (mostrata i tempi in cui era presidente della Provincia di Catania). Lui stesso ha fatto della onestà e della trasparenza due delle sue bandiere ma, da subito, si è scontrato con la realtà che lo circonda. Prima il caso di Antonello Rizza, sindaco di Priolo, candidato nelle liste di Forza Italia, arrestato con l'accusa di truffa, tentata truffa e turbativa d'asta. Musumeci disse che lo stesso si era proposto a lui, ma che "grazie, preferisco di no" . Uscito dalla porta, Rizza era entrato dalla finestra. Impresentabili? "Chiedo alla gente di non votarli", ha detto Musumeci in campagna elettorale, demandando alla gente di scegliere ma dimostrando una debolezza di fondo, quella di non essere in grado di decidere da chi farsi sostenere. Con De Luca ha accusato il primo colpo e, forse, per pararsi da altri che potrebbero essere in arrivo e di cui potrebbe essere a conoscenza - visto che è stato per anni presidente della commissione Antimafia e quindi tanti di questi nomi potrebbe averli letti nei rapporti esaminati - Musumeci ha già detto che gli assessori li sceglie lui. Bene, benissimo Presidente, come cittadino di questa Regione, che abbia votato - e chi - o meno, mi aspetto che lei scelga il meglio, gente capace di aiutarla nel difficile compito che la aspetta: quello di ridare fiducia alla Sicilia e ai Siciliani. Scelga chi la possa collaborare avendo come obiettivo quello di risollevare una Regione stremata da amministratori, non solo delle parti politiche a lei avverse, ma anche da tanti che hanno fatto il "salto della quaglia" e che ora le sono vicini, che hanno distrutto la speranza della gente. Lei, ex missino, di quel Msi almirantiano caratterizzato da un forte ideologismo, non può, o forse non deve, dare spazio alle lobby di persone (perché di partiti neanche lombra, dietro molte di queste sigle ci sono interessi personali delegati a capibastone) che hanno scopi da raggiungere e provano a farlo utilizzando la sua faccia. Allora dia il via al valzer dei NO, perché in questo modo darà il via anche a quello dei SI che significano fiducia nelle Istituzioni, fiducia nel futuro nostro e dei nostri figli (che abbiano o no padri o zii importanti), ritorno a casa delle tante intelligenze siciliane sparse per il mondo. Insomma, SI ad una Siciia che sia realmente Speciale e non che, come tale, abbia solo parte della denominazione di Regione a Statuto.
Musumeci spenda la sua credibilità in modo credibile
A quattro giorni dalla chiusura delle votazioni e a giochi fatti, mentre ladrenalina della campagna elettorale va scemando, ci sono alcuni punti ferm...
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