Continua a dare eccezionali risultati il monitoraggio condotto dallISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca Applicata al Mare), in collaborazione con lArea Marina Protetta "Isole Egadi", alla ricerca di tracce che certifichino la presenza e la durata della frequentazione di esemplari di Foca monaca (Monachus monachus) alle Egadi. Lultimo controllo eseguito dai ricercatori dellISPRA insieme al personale dellAMP, a fine maggio, nei siti delle tre isole in cui sono state collocate un totale di nove "foto-trappole", ha confermato, per il terzo anno di seguito, la frequentazione durante il periodo invernale di un esemplare di Foca monaca nellarcipelago, stavolta sullisola di Favignana. Il risultato, di eccezionale significato scientifico e conservazionistico, conferma ancora una volta la presenza nellArea Marina Protetta della specie più rara e minacciata a livello comunitario che era stata dichiarata estinta in Italia: eclatante il fatto che la presenza sia fotograficamente documentata, in tre anni consecutivi in due delle tre isole dellarcipelago. La Foca monaca del Mediterraneo era osservata regolarmente nelle isole Egadi fino alla metà degli anni Settanta ma la sua frequentazione dellarcipelago si è gradualmente affievolita negli anni successivi come in numerose altre località insulari italiane. Lattenzione posta da ISPRA nella validazione degli avvistamenti a scala nazionale dal 1998 ad oggi ha tuttavia evidenziato la persistenza degli avvistamenti in alcune località italiane, in particolare nellarcipelago egadino. Il monitoraggio dellISPRA e dellAMP Isole Egadi, avviato nel 2011 con il posizionamento di foto-trappole in alcune grotte sommerse e semi-sommerse dell'isola di Marettimo, nel 2015 è stato esteso ad alcune grotte di Favignana e Levanzo, confermando a pieno lipotesi della frequentazione dellarcipelago da parte della specie. In particolare, è stato dimostrato l'uso da parte della foca di una grotta sull'isola di Marettimo durante lautunno 2011 e la primavera 2012. Il monitoraggio più esteso ha successivamente dimostrato la frequentazione di altri siti costieri situati in due delle tre isole che, nellinsieme, sono stati utilizzati come siti di riposo nel periodo invernale per tre anni consecutivi dal 2016 ad oggi. Gli individui fotografati in tale periodo (2011-2017) sono con quasi certezza due esemplari diversi e presumibilmente femmine adulte, vista la taglia, la colorazione del pelame e la cospicua presenza di cicatrici sul corpo degli esemplari fotografati. Questa ultima constatazione lascia ben sperare poiché, sebbene non vi siano prove di attività riproduttive nellarcipelago, le cicatrici sul corpo sono indicative di tentativi di accoppiamento ed è verosimile che gli esemplari osservati abbiano interagito negli ultimi anni con altri esemplari maschi incontrati in un areale più ampio frequentato dalla specie. Lultimo avvistamento immortalato dalle foto trappole risale a dicembre 2017 e conferma limportanza delle attività di monitoraggio e di conservazione nellintero arcipelago quale sito di frequentazione della specie nel Mediterraneo occidentale. Questi straordinari risultati dichiara il direttore dellAMP, Stefano Donati - ottenuti grazie al monitoraggio condotto fino ad oggi, con tenacia, dai ricercatori dellISPRA che ringraziamo- e dal nostro personale scientifico, confermano limportanza della scelta strategica delle Egadi come sede della più grande riserva marina del Mediterraneo, contenitore di habitat prioritari e specie protette in eccezionale stato di conservazione. La scelta della tutela e della sostenibilità dello sviluppo, in questo territorio, è premiante e oggi la Foca monaca è diventata il brand dellarcipelago. Ringraziamo anche il Ministero dell'Ambiente che ci ha garantito in questi anni risorse e mezzi per svolgere questo lavoro. Ci è venuta a trovare nel periodo di Natale commenta il presidente dellAMP, Giuseppe Pagoto - come un regalo inaspettato e meraviglioso. Credo che, al di là del risultato scientifico, sia il coronamento di tanti sacrifici e di tanto lavoro del direttore dellAMP e di tutti i collaboratori, oltre che dellISPRA e del Ministero dellAmbiente. Ritengo possa essere considerato anche un segnale verso lo sviluppo sostenibile e una ulteriore possibilità di promozione delle nostre uniche e davvero incredibili isole. Il monitoraggio da noi condotto in collaborazione con lAMP ha dichiarato Alessandro Bratti, direttore Generale dellISPRA, costituisce un esempio emblematico della specificità dellIstituto nelle attività di ricerca e conservazione, assicurando un efficace supporto al Ministero dellAmbiente, al Sistema Nazionale per la Protezione dellAmbiente ed alla rete delle Aree Marine Protette. Considerato il grado di minaccia della specie e la posizione geografica del nostro Paese al centro del Mediterraneo, i risultati del monitoraggio condotto da ISPRA, confermando la presenza della specie nelle nostre acque, evidenziano limportanza che lItalia contribuisca in modo sempre più efficace alla sua protezione, con la messa in atto di una strategia di monitoraggio e di conservazione ad ampia scala, protratta nel tempo e condotta in collaborazione con tutte le istituzioni preposte.
Monitoraggio presenza Foca monaca, esemplare avvistato a Favignana
Continua a dare eccezionali risultati il monitoraggio condotto dallISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca Applicata al Mare), in collaborazione con...
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