" Tutti i disperati che scappano da luoghi di conflitti bellici sono solo migranti, gente alla quale non viene data un'identità, ma guardata con sospetto e fastidio per il colore diverso della pelle". Questo è quanto ha detto Tareke Brahne, presidente del comitato tre ottobre, organizzazione non profit creata all'indomani del naufragio di Lampedusa del 2013 quando quasi 400 persone persero la vita.
L'obiettivo che si pone l'organizzazione è quello di una giornata della Memoria da celebrare a livello europeo per rendere onore ai migranti deceduti, così come le persone che hanno rischiato la vita per salvarli. Brahne ieri mattina ha partecipato al Teatro Savio ad un incontro organizzato dal Liceo De Cosmi di Palermo.
Tareke, che ha origini eritree, oggi vive a Roma, è fuggito dal proprio paese a 17 anni per evitare la coscrizione a vita, evitando di andare incontro a violenze, prigionia e rischiando di morire. Nel 2005 l'approdo in Italia dopo esser stato respinto al primo tentativo di attraversamento del mar Mediterraneo. Ha lavorato come mediatore culturale a Lampedusa e nell'Italia meridionale per Save the Children e Medici Senza Frontiere.
Nel 2014 ha ricevuto, durante il quattordicesimo Summit dei Premi nobel per la Pace, la medaglia per l'Attivismo sociale. Oggi ha regalato la sua testimonianza ai ragazzi del liceo che è presente a Lampedusa nel progetto " Siamo sulla stessa barca". Gli studenti del De Cosmi che partecipano anche alla staffetta delle scuole per la Pace sull'urgenza della terribile situazione in Ucraina e nel mondo , hanno rivolto tante domande a Tarake. " Solo con l'impegno costante - ha affermato Brahne- si può provare a sconfiggere l'indifferenza. Infine ha invitato i ragazzi a informarsi e conoscere prima di giudicare".