Dopo un complesso iter burocratico la Procura della Repubblica di Palermo ha ottenuto laccesso ai server di Facebook che potrebbero contenere conversazioni tra il boss latitante Matteo Messina Denaro ed elementi del suo clan tra cui la sorella Anna Patrizia, arrestata nel dicembre del 2013 e condannata a tredici anni di carcere per associazione mafiosa. Secondo il procuratore aggiunto di Palermo Teresa Principato e i sostituti Paolo Guido e Carlo Marzella, il boss non avrebbe comunicato soltanto tramite i "pizzini" scambiati dai suoi fiancheggiatori nelle campagne della provincia di Trapani ma anche tramite la chat del social network. Un sistema veloce per continuare a far giungere ordini e indicazioni come nel caso dell'atteggiamento da tenere nei confronti di un imprenditore vicino al clan che forse stava per pentirsi. Il cognato di Matteo Messina Denaro, Vincenzo Panicola, in carcere, chiese durante un colloquio con la moglie Anna Patrizia come comportarsi. La donna, pochi giorni dopo tornò a trovarlo con la risposta "non toccatelo perchè se parla può fare danno". Secondo gli investigatori - come riporta un articolo apparso sull'edizione palermitana del quotidiano Repubblica - la risposta di Matteo Messina Denaro non era arrivata con il sistema dei pizzini ma in modo più immediato, tramite il web, appunto. E' risultato che Anna Patrizia Messina Denaro aveva attivato diversi profili su Facebook con foto e nomi falsi. Poi, Nel corso delle indagini è risultato che la donna, poco prima di essere arrestata, aveva cancellato tutte le sue tracce sul web compresi i messaggi della posta privata di un account in particolare. Dopo le richieste avanzate dai magistrati italiani, i giudici della California hanno dato parere positivo alla rogatoria internazionale e lambasciata degli USA a Roma ha concesso un server agli uomini della DIA per scaricare tutti i file provenienti dai falsi profili utilizzati da Anna Patrizia Messina Denaro. Tra i dati forniti ci sarebbero anche alcuni indirizzi Ip dei suoi contatti. Chissà che dietro qualche account non si sia celato proprio il boss latitante in persona o qualcuno a lui molto vicino. Di sicuro la caccia nei confronti di Matteo Messina Denaro prosegue, adesso anche sul web.
Messaggi su Facebook, la caccia a Matteo Messina Denaro prosegue sul web
Dopo un complesso iter burocratico la Procura della Repubblica di Palermo ha ottenuto laccesso ai server di Facebook che potrebbero contenere conve...
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