Cronaca

Mare Jonio, ispezione teminata, arriva l'ordine di sbarco

Casarini capo Ong annuncia l'intenzione di presentare opposizione, in tutte le sedi, al provvedimento

Laura Spanò

Trapani - «E' la prima volta nella storia del mare che, a una nave, viene intimato di sbarcare i mezzi di soccorso, piuttosto che imbarcarli. Attrezzature che, è giusto ricordare, hanno salvato più di 2 mila vite. Gli ultimi salvataggi li abbiamo fatti in coordinamento con la Guardia costiera, sono stati loro, l’ultima volta, a chiederci aiuto e a chiederci di usare quei mezzi di soccorso». Lo dice Luca Casarini capo missione della Ong Mediterranea Saving Humans. L'ispezione della Guardia costiera a bordo della nave Mare Jonio, ormeggiata al porto di Trapani si è infatti conclusa.

"Vogliono che sbarchiamo bagni, docce, gommoni di soccorso - prosegue - tutto ciò che in mare serve per avere soccorso. Non ci dicono che non possiamo navigare ma ci dicono che possiamonavigare, senza soccorrere nessuno. Non è mai successo. Abbiamo trovato casi di ordini di avere a bordo strumenti di salvataggio».

«Più di dieci ore di ispezione e non hanno trovato nulla se non l’applicazione di un provvedimento soggettivo – dice ancora il capo missione -. Casarini poi parla di una «ispezione con una squadra speciale anti-ong, il sesto reparto della Guardia Costiera del Comando generale. Noi però siamo una nave che opera da sei anni, una nave che il registro navale indica come nave di soccorso. Il ministro Salvini si metta il cuore in pace. Ci sarà sempre qualcuno che in mare risponderà alle richieste di aiuto. Non riuscirà a impedire che le persone vadano a soccorrere altri fratelli e sorelle che stanno affondando. Chi impedisce di salvare vite umane commette un reato».

Annunciata l’intenzione di presentare opposizione, in tutte le sedi, al provvedimento.

«Abbiamo informato i nostri legali di parte civile al processo Open Arms – conclude Casarini – in merito a quello che sta accadendo in queste ore, con questa ispezione occasionale durata dieci ore e mezza a bordo della nostra nave. Crediamo che sia importante che il presidente del Tribunale di Palermo ne venga a conoscenza».

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