L’ hanno definita “La laurea delle polemiche”. È quella che ha interessato Roberta Parrinello, una ragazza di Paceco cui il sindaco Giuseppe Scarcella ha concesso martedì scorso l’uso della sua stanza in Municipio per potersi laureare, da remoto.Nulla sarebbe successo se ieri l’ ufficio stampa del sindaco non avesse reso noto l’evento.Da quel momento è stato un susseguirsi di proteste sia per la concessione dei locali comunali, sia per le violazioni ( tocca comunque a chi è preposto appurarle) delle norme restrittive a contrasto del Coronavirus.Il sindaco Scarcella oggi ci ha detto di aver ricevuto “ la richiesta da parte della ragazza di potersi laureare dalla mia stanza e così come hanno fatto altri sindaci,tra cui quello di Siracusa, ho detto di si. So delle proteste, aggiunge Scarcella, ma sono state osservate tutte le misure di sicurezza. Alla laurea è venuta solo la madre, che peraltro è una dipendente comunale. Polemiche? Vadano avanti, io sono impegnato a lavorare per il paese”. La ragazza, scossa da questo trambusto, ha affidato al web la sua posizione “ sento il bisogno di precisare che mi è stato possibile svolgere la seduta di laurea presso l’aula del sindaco di Paceco solamente dopo essere stata messa a conoscenza della disponibilità di altri sindaci di altri comuni italiani per la medesima opportunità. Inoltre la disponibilità del nostro sindaco è stata data solo e soltanto dopo opportuni accertamenti del rispetto delle norme di sicurezza del COVID-19. Tengo a precisare che nessuna di quelle norme è stata infranta poiché mi trovavo nella stanza da sola se non per la presenza di mia madre a 5 metri di distanza. Detto ciò mi duole vedere come in un momento così critico per la nostra nazione, questo piccolo istante che dovrebbe portare gioia, è stato disprezzato e polemizzato con dei commenti alquanto irrilevanti. Concludo dicendo che non sono la figlia , né tantomeno la conoscente di nessuno, ho solamente colto un’opportunità che mi è stata data, che qualsiasi laureando avrebbe potuto avere, anche soltanto per migliorare la connessione durante la propria seduta di laurea. Preciso infine che il giorno della mia laurea è stato il 17/03/2020”.
Data comunque che rientra nelle prescrizioni già imposte dal DPCM dell’8 marzo 2020. Sin qui i diretti interessati.Dal coro, estremamente variegato e numeroso, delle proteste, emerge la lettera inviata alla Nostra redazione, da Sara Alcamo,un'insegnanteoriginaria di Paceco che lavora a Milano da anni.“In seguito all'ordinanza nazionale dovuta alla situazione di emergenza in atto, sono costretta a lavorare da casa da diverse settimane ormai.La mia attenzione oggi è stata catturata dal post su un gruppoin cui F.G., su congratula con una ragazza la cui laurea è avvenuta a distanza. La cosa che mi ha lasciata senza parole è che la ragazza si è laureata a distanza presso l'ufficio del Sindaco, ovviamente assente. Tanti ragazzi del territorio e del comune di Paceco si sono laureati, ma nessuno ha avuto tale privilegio, piuttosto chi dalla cucina, chi dal salotto, chi dalla camera da letto e chi con connessione in prestito. Tutto ciò – scrive Sara Alcamo - è avvenuto durante un periodo di quarantena in cui è in atto un'ordinanza nazionale emanata dal Presidente del Consiglio. La suddetta ordinanza vieta le uscite ed inoltrepunisce legalmente chi le sottovaluta. Forse queste sono banalità, ma fortunatamente non sono l'unica a essere in disaccordo con quanto accaduto”. Poi la nostra lettrice aggiunge “ Ho scritto, pertanto, sia al Sindaco che al vice Sindaco per avere una risposta. Ricevo una risposta da un uomo che inizialmente dice di essere un portavoce dell'autorità, poi si firma F.G. (l'autore del post) il quale non solo ha cancellato diversi commenti di utenti non d'accordocon l'evento, ma ha anche scritto: "è stato un caso umano perchéla ragazza era da sola a casa e la mamma poichédipendente comunale ha chiesto al sindaco di poter usufruire ecc..." Sull'articolo ditrapanioggi.itè chiaramente sottolineato che la ragazza è la figlia di un centrocampista. (Non va bene, scusi la franchezza!). Pertanto rispondocon determinazione e chiedo conferma del fatto che solo chi ha delle conoscenze può usufruire di certi privilegi, ma non solo. Alla domanda:"Che ne pensa della quarantena, dell'ordinanza nazionale emanata dal Presidente del Consiglio?" mi risponde che non sono fatti miei, poichéio non abito a Paceco. Risposta assolutamente inappropriata. I vari commenti al post pubblicati sul grupposono stati debitamente cancellati dal F.G, peccato che io abbia gli screenshot di quelli più significativi. Il concetto è che per prima cosa, non tutti i laureandi, adesso laureati, hanno avuto la possibilità di svolgere l'esame di laurea in maniera dignitosa, come la ragazza in questione contro cui non ho nulla e sottolineo che non la conosco nemmeno. Ho riferito a F.G. che se questa possibilità da parte dell'istituzione fosse stata aperta a tutti, avrebbe dato valore alla cosa e allo stesso Comune. A prescindere, non si sarebbe dovuto e potuto svolgere in seguito a ordinanza nazionale emanata dal Presidente del Consiglio, provvedimento totalmente ignorato. Quindi scatta la denuncia? domanda retorica!”.- In conclusione la signora Alcamo scrive. “ Che un'istituzione pubblica pecchi di superficialità in questo modo, ritengo sia inaccettabile. Ritengo sia inaccettabile leggere certi post, pubblicati dalla stessa laureata che critica il rientro dei compaesani portatori di virus, quando lei è la prima a ignorare il suddetto provvedimento.Il concetto è sempre lo stesso: Sottovaluto le istituzioni e le disprezzo finché non mi fa comodo, ottengo determinati privilegi perché conosco e sono amico di.., ecc... Io credo, che tutto questo, per come sia stato pubblicizzato in un modo, debba essere denunciato e diffuso diversamente, perchéè inaccettabile quanto accaduto; lo ritengo ingiusto, soprattutto in un momento come quello cheTUTTI stiamo vivendo. Non lo ritengo giusto per chi si è laureato da casa, per chi con connessioni in prestito per chi davvero da solo poiché bloccato dall'emergenza presso altra sede. Spero di essere stata chiara. Il mio non è un semplice sfogo”.Intanto si registra la presa di posizione di due consiglieri comunali. Marilena Cognata ha presentato una interrogazione al sindaco in cui dice di aver appreso dai mezzi di informazione che il Municipio “ha ospitato la laurea di una nostra concittadina, a cui vanno i miei complimenti per il risultato raggiunto. Pur tuttavia non posso fare a meno di evidenziare come la scelta di ospitare nella sede istituzionale questo evento, in un momento come quello che stiamo vivendo, è stata a dir poco inopportuna, se non addirittura “contra legem” . Non a caso c’ è stata una levata di scudi generale da larga parte della popolazione indignata non tanto per il soggetto beneficiario della “Laurea Istituzionale”, quanto dalla inosservanza degli obblighi previsti sia dai recenti DDPCM e che dai Decreti regionali in materia di contrasto al Covid19. Le domande, che giro a Lei, sono semplici: Chi autorizzato l’uso del Municipio ? Chi ha autorizzato la Laureanda ad uscire di casa e se la Laurea, che altri hanno ottenuto tra le mura domestiche, senza strombazzi, rientra tra i casi previsti dai Decreti di cui prima ? Quante persone hanno partecipato alla cerimonia, in quale stanza si trovavano e se sono state rispettate le distanze previste sempre dai Decreti di cui prima ? Dove sono stati acquistati corona d’alloro e fiori se questi esercizi commerciali sono, per Decreto, chiusi? Con quale autorità chi amministra il Comune chiede ai cittadini di Osservare le leggi, se poi le stesse vengono beffardamente non osservate con l’avallo degli amministratori? “ Le fa eco il consigliere Salvatore Ricciardi che ci ha dichiarato essere stata “ scellerata la scelta, che mostra mancanza di rispetto per chi muore o chi si è ammalato di Coronavirus. Che esempio diamo alla popolazione se apriamo il comune per una Laurea e lo chiudiamo agli utenti, prorogando addirittura la scadenza delle carte di identità? Chi ha dato il permesso per una ricorrenza che è stata possibile solo andando contro le norme attualmente in vigore?”. Sin qui le prime prese di posizione. In attesa di sviluppi con possibili risvolti di natura penale come dai DDPCM ( art.495 c.p. “ consapevole delle conseguenze previste in caso di dichiarazioni mendaci a pubblico ufficiale).