Sei persone, tra dirigenti ed ex dirigenti dell'Ilva, saranno processati a partire dal prossimo due ottobre e non per un'accusa leggera: omicidio colposo per il decesso nel 2014 per un tumore al cervello di un bambino di cinque anni di Taranto. Lo ha deciso la Corte d'Appello di Lecce accogliendo il ricorso presentato dal sostituto procuratore Mariano Buccoletto e dai famigliari del bimbo.
Ricorso presentato perchè nell'estate di un anno fa, precisamente a luglio, vi fu una sentenza di non luogo a procedere del gup Pompeo Carriere. Secondo l'accusa gli imputati hanno consentito " la dispersione di polveri e sostanze nocive" con condotte che avrebbero contribuito a provocare " una grave patologia neurologica al piccolo".
Al bimbo, che qui chiameremo semplicemente " Lollo", deceduto il 30 luglio del 2014 venne diagnosticato un tumore al cervello dopo soli tre mesi dalla nascita. Secondo la tesi accusatoria gli imputati avrebbero permesso una dispersione di polveri nocive provenienti dalle lavorazioni, senza adottare alcuna misura di prevenzione contro infortuni sul lavoro e malattie prpfessionali.
A causa di tutto ciò la piccola vittima, quando si trovava ancora nello stato fetale, sarebbe andato incontro all'assunzione di sostanze velenose che sono sfociate in una neoplasia fatale. Gli imputati sono l'ex Direttore dello stabilimento tarantino L. C; l'ex responsabile dell'area parchi minerali M. A; I. D. M capo area cokerie; S.D.F responsabile area altiforni e i responsabili delle due acciaierie S.A e G.V.
Verso altri due imputati, per i quali venne riconosciuto un errore nei capi d'imputazione non è stato impugnato il ricorso. La Corte d'altro canto dovrà pronunciarsi ad ottobre nella questione di merito contro l'assoluzione di A.C., di già responsabile dell'area agglomerato, unico tra gli imputati che scelse la strada del rito abbreviato e per il quale il pm aveva chiesto la condanna a 28 mesi di prigione complessivi.