Il paese festeggia il patrono San Vito

Con il giro dello Stendardo del Popolo (Sciabica) per le vie del paese, ha preso il via, ieri sera, per il 26° anno consecutivo, la festa di San Vito martire a San Vito Lo Capo. Il suggestivo pellegrinaggio alla cappella di Santa Crescenzia e la benedizione degli animali al chiaro di luna, è stato il primo degli appuntamenti della festa del Santo patrono che, quest’anno, culminerà di domenica, il prossimo 15 giugno. Tra le manifestazioni, da segnalare sabato prossimo, a partire dalle 17, i tipici carretti siciliani trainati dagli asini, che distribuiranno ai passanti per le vie del paese la frutta secca. Sempre sabato è previsto lo spettacolo delle Majorettes di San Vito, con inizio alle 17,30, che precederà il corteo delle autorità che, accompagnato dalla banda musicale di San Vito giungerà al Santuario per la celebrazione della messa alle ore 18,30. Nella serata di sabato un corteo storico a cura dell’associazione “Trapani Medievale”, animerà le vie del paese a partire dalle 21. Ad accompagnare i circa settanta personaggi, tra tamburini, trombettieri, cavalieri, guardie reali e gente del popolo, ci saranno anche venti figuranti di San Vito Lo Capo che indosseranno i vestiti realizzati sul modello di quelli dei nobili ericini dell’epoca d’oro del Santuario (XVI-XVII secolo). La festa si concluderà domenica con il Gioco dell’Antenna a Mare sul molo sopraflutto alle ore 15), la rievocazione storica dello “sbarco dei santi” Vito Modesto e Crescenzia al Capo Egitarso (ore 20), la Processione (ore 21,30) e i giochi d'artificio (ore 24). "Per incominciare il secondo venticinquennio della Festa di San Vito - spiega il parroco don Mario Massimo Catania - si sono voluti mantenere gli abituali appuntamenti che hanno contribuito a rendere la festa del patrono unica e inconfondibile, ma anche sempre nuova ed inedita, momento comunitario forte ed insieme simbolico di identità di un popolo che si riconosce nel suo santo martire Vito, giovane ed indomito campione della fede cristiana, e che nella stessa fede intende aprirsi all'accoglienza di tutti, non importa se “prossimi” o “stranieri”,