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Florovivaismo, a Marsala la categoria chiede lo stato di calamità

il comparto florovivaistico di Marsala è in crisi a causa della pandemia causata dal virus.

Redazione

Il florovivaismo di Marsala e Petrosino occupa una superficie di cica 400 ettari, di cui 320 dedicati al vivaismo e 80 alla floricoltura. Il vivaismo viene svolto da una cinquantina di impenditori e fornisce una PLV stimabile tra i 20 e 25 milioni di euro. La floricoltura viene praticata da circa 150 impenditori, si estende su una superficie di circa 80 ettari e fornisce una PLV di 7-8 milioni di euro.A causa della pandemia da covid/19, anche questo settore ha però subito danni incalcolabili, per questo oggi sollecitato un intervento a sostegno delle aziende, per poter determinare una stima provvisoria dei danni economici attuali e attivare le procedure previste dalle norme in materia.

Michele De Maria responsabile di Feder. Agri. ha scritto all'assessorato regionale Agricoltura, rappresentando le enormi difficoltà e i danni che l'intero comparto sta subendo.

“IL CONTADINO SOC. COOP. AGRICOLA”, che ha sede legale e amministrativa a Marsala in contrada Ponte Fiumarella, rappresenta con 73 aziende associate, in Provincia di Trapani, l’intero comparto del florovivaismo. I sei punti con i problemi comunicati all'assessorato regionale:

"La situazione gravissima in cui sta versando il nostro paese a causa del Virus Covid-19 che ha investito l’Italia in modo violento ed imprevedibile, ha indotto il Governo Italiano a dover mettere in atto scelte drastiche ma necessarie, finalizzate a contrastare la pandemia dichiarata; di conseguenza, l’attività florovivaistica che quella del conferimento e successiva commercializzazione di n° 73 aziende conferitrici di produzione di fiori a stelo reciso e di vasi fioriti a ciclo continuo in strutture serricole fisse e Mobili e in campo aperto è stata completamente bloccata determinando una perdita del prodotto finito pari al 100% di quello settimanalmente raccolto dalle aziende e conferito;che tale danno economico è iniziato a partire dall’ultima settimana di febbraio 2020 e si protrarrà presumibilmente fino al termine di maggio 2020 secondo le più ragionevoli ed ottimistiche previsioni: gran parte delle superfici aziendali coltivate, era stata programmata specificatamente per la commercializzazione nelle settimane prossime alle principali ricorrenze della primavera 2020; che gran parte di queste coltivazioni peraltro è stata realizzata durante i mesi invernali attraverso un massiccio consumo di energia e conseguentemente con un costo di produzione altissimo; che tutto ciò ha determinato un disagio sociale, non solo per il danno economico alle famiglie delle aziende produttrici e alla Cooperativa, ma anche lavoratori agricoli dipendenti stagionali.

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