Cultura

"Fardelliana" e Museo "Pepoli", due facce della stessa medaglia

La notizia della possibile chiusura della Biblioteca "Fardelliana", per mancanza dei fondi che provenivano dalla Provincia regionale di Trapani, "trav...

Ornella Fulco

La notizia della possibile chiusura della Biblioteca "Fardelliana", per mancanza dei fondi che provenivano dalla Provincia regionale di Trapani, "travolta" come tutte le altre in Sicilia dalla soppressione voluta dal presidente Crocetta, ha dato il via ad una serie di iniziative che - come avviene sempre più spesso anche nella nostra realtà di provincia - viaggiano sul web e sui social network in particolare. Semplici cittadini, studiosi, addetti ai lavori, studenti, associazioni, in queste ore, stanno facendo sentire il loro "no" a quello che da tutti viene giudicato come l'ennesimo passo indietro in una città che di occasioni e contesti per vivere la cultura ne ha, davvero, ben pochi. Un incontro pubblico, organizzato dall’associazione "Trapani Cambia", è previsto oggi, a partire dalle 16, nella sala Torre Arsa della stessa "Fardelliana" ed è stata avviata anche una raccolta di firme on line da inviare al governo regionale. Anche l'associazione "Trapani per il futuro" si sta muovendo con un incontro di sensibilizzazione convocato per mercoledì prossimo nella propria sede di via Poeta Calvino. Ma se la sopravvivenza della "Fardelliana" è in pericolo non va meglio ad un altro importante presidio culturale trapanese: il Museo regionale "Pepoli" che deve "fare i conti" - è proprio il caso di dirlo - con i problemi finanziari della Regione. Niente stipendi pagati ai dipendenti, niente budget per la manutenzione ordinaria e straordinaria, pastoie di vario genere a quelle attività che potrebbero produrre guadagni da riutilizzare per lo stesso Museo. Mancano persino i fondi per le pulizie, già ridotti del 50% rispetto al passato. Il neo direttore, l'architetto Luigi Biondo, che ha preso servizio lo scorso novembre, allarga le braccia mentre confessa che, nelle ultime settimane, gli stessi dipendenti degli uffici si sono sostituiti ai pulizieri: "Viviamo una situazione molto difficile e in queste condizioni diventa quasi un'utopia far vivere il museo per come dovrebbe essere". A confermare che i suoi timori non sono ingiustificati, proprio stanotte - complice la pioggia venuta giù per 24 ore di fila - in uno dei corridoi degli spazi espositivi del "Pepoli" l'acqua è filtrata attraverso il soffitto e se non fosse stato per la solerzia di uno dei custodi presenti nel turno antelucano uno dei quadri appesi alla parete si sarebbe completamente inzuppato. Biondo commenta: "Dicono che bisogna risparmiare, che i custodi di notte non servono, che bastano gli allarmi ma se non fosse stato per questo dipendente che ha fatto il suo dovere il danno per la collettività sarebbe stato ben maggiore". Il direttore del "Pepoli" ammette di far fatica a comprendere quali siano le logiche, le strategie di gestione dei beni artistici e culturali che "hanno in mente a Palermo". "Avevano deciso che bisognava restare chiusi la domenica per risparmiare - racconta - cosa che nel caso del nostro museo avrebbe, piuttosto, comportato una perdita consistente negli introiti derivanti dai biglietti di ingresso, salvo poi fare marcia indietro con l'annuncio del presidente Crocetta e decidere per l'apertura festiva". Altro tasto dolente, l'impossibilità - dopo lo scandalo della gestione Novamusa - di creare attività a pagamento per incrementare gli scarni budget a disposizione. "La normativa prevede anche la possibilità di concedere, a pagamento, i nostri spazi per iniziative esterne e di realizzare nostre attività a pagamento - spiega Biondo - ma il paradosso è che questi soldi non possono restare a noi, vanno trasferiti alla Regione che dovrebbe poi ridistribuirli". In pratica, si rischia di non vedere un centesimo. La speranza di poter attuare alcuni interventi urgenti sull'immobile che ospita il museo, ci racconta ancora il direttore del "Pepoli", è legata alla partecipazione al progetto Mumex di Invitalia (l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa) riguardante i Poli museali di eccellenza nel Mezzogiorno, promosso dal Ministero per i Beni e le Attività culturali e dal Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione economica con l’obiettivo di potenziare l’offerta di parte del patrimonio culturale e museale delle regioni interessate, tra cui la Sicilia, e contribuire alla crescita economica e sociale dei territori coinvolti. "Speriamo di rifare tetti, impermeabilizzare coperture, etc, ma servirebbe ben altro", commenta ancora l'architetto Biondo. Nel frattempo, tutti i dipendenti del Museo "Pepoli" stanno lavorando senza ricevere stipendio, vista l'impasse finanziaria in Regione dopo l'impugnativa del Commissario dello Stato, e si "naviga a vista", anche quando non si vorrebbe. Non c'è niente di più triste, quando accade: non mancano le idee nè le professionalità per metterle in pratica serve, invece, nelle stanze dove si decide, un'oculata, intelligente, competente gestione delle risorse disponibili.

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