Nella Sicilia dei disastri ambientali, al record di soldi disponibili per la prevenzione corrisponde una minima spesa. Lo afferma il Centro studi Pio La Torre che riferisce del duro atto di accusa della Corte dei conti:all'Isola sono state assegnate le maggiori risorse, con circa 789 milioni di euro, seguita da Lombardia con 598 milioni, Toscana (591 milioni), Campania (486 milioni) e Calabria con 452 milioni.Mentre risultano impegni di spesa per opere contro il rischio dissesto idrogeologico per 45,33 milioni pari al 19,9% e pagamenti per 28,66 milioni pari al 12,6%. Catania e Messina non hanno speso un euro.
La Regione Siciliana dal canto suo risponde con una serie di numeri. Sono ben 239 gli interventi messi in campo dalla Regione nella lotta contro le frane in Sicilia. Per assicurare la sicurezza delle infrastrutture sono stati già stanziati 175 milioni di euro, con particolare attenzione alle strade dissestate dell'Isola. La spesa per gli interventi contro l'erosione costiera, invece, è di 128 milioni, per un totale di 45 opere. Infine, ammontano a 135 milioni le somme destinate al contrasto delle alluvioni, relative cioè alla prevenzione del rischio idraulico.
Il governo Musumeci, attraverso la Struttura commissariale contro il dissesto idrogeologico, ha già impegnato complessivamente 475 milioni di euro in soli tre anni, quasi il 60 per cento di tutto il budget messo a disposizione dallo Stato (795 milioni). Un notevole incremento di investimenti, se si considera che si partiva dai 28,66 milioni spesi sino al 2018, come certifica la recente relazione della Corte dei Conti.
Dal 2019 a oggi la stessa Struttura commissariale ha già effettivamente pagato 421 milioni, un dato che pone la Sicilia al primo posto tra le regioni italiane per somme erogate. E che dimostra l’impegnodel governo regionaleper garantirein questi annila difesa del territorio siciliano in tutte e nove le province, un'azione ritenuta strategica e prioritaria.
E intanto a Marettimo, in arrivo il consolidamento di contrada Chiappera
Si affaccia proprio sul nuovo scalo dell'isola di Marettimo il pendio di contrada Chiappera da cui si può ammirare l'intero arcipelago delle Egadi col suo mare di un azzurro sempre intenso. A stonare, tra tanta bellezza, è però proprio quel promontorio le cui rocce risultano instabili minacciando la sottostante strada litoranea, un gruppo di villette a schiera e una grande struttura alberghiera.
È per questo che la Struttura commissariale contro il dissesto idrogeologico, guidata dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, è pronta a intervenire per consolidare le pareti instabili su un fronte ampio circa un centinaio di metri. La gara per affidare i lavori è già stata pubblicata dagli uffici diretti da Maurizio Croce e fissa la data di scadenza per le offerte al prossimo 18 novembre.
L'accentuata acclività del versante non lascia dubbi sul pericolo di crolli e, quindi, l'operazione preventiva di messa in sicurezza risulta indispensabile. La classificazione di rischio, d'altronde, è alta - R4 - e saranno necessarie, lì dove risulterà possibile, operazioni di disgaggio dei massi che minacciano di staccarsi da un momento all'altro. Subito dopo saranno posizionate le reti di contenimento, ancorate con funi d'acciaio. L'intera zona, tra l'altro, è sprovvista di vegetazione d'alto fusto che, in casi come questo, costituisce una preziosa barriera naturale. Al contrario, la presenza di due impluvi potrebbe indirizzare proprio verso le strutture che si trovano a valle la traiettoria dei macigni che eventualmente dovessero rotolare lungo il costone. Tanta apprensione, però, ha oramai i giorni contati.