Cultura

"Date lavoro anche a noi". La denuncia di un disabile

"Date lavoro anche a noi diversamente abili” è questo l’appello lanciato da Michele Morsello, cittadino marsalese che lamenta, in una lettera diffusa ...

Redazione

"Date lavoro anche a noi diversamente abili” è questo l’appello lanciato da Michele Morsello, cittadino marsalese che lamenta, in una lettera diffusa agli organi di stampa, l’indifferenza della politica nei confronti di una categoria, quella dei disabili che dimentica le necessità di coloro che non possono muoversi in assoluta autonomia e non offre loro occasioni lavorative. Morsello denuncia il disinteresse della classe politica della sua città e della provinci di Trapani su queste tematiche che - secondo la sua opinione - "non sono mai oggetto di discussione, non trovano mai spazio in agenda". Morsello sottolinea la mancanza di occupazione per i disabili a Marsala, "nonostante una legge, la 68 del 12 marzo 1999 - dice - che dovrebbe favorire l’assunzione di personale disabile nelle aziende e che puntualmente resta disattesa". Le problematiche legate al mondo della disabilità riguardano non solo il lavoro ma anche l'aspetto della vivibilità cittadina e dell'accessibilità di luoghi e opportunità al pari degli altri cittadini. Azioni della vita quotidiana come fare una semplice passeggiata, bere un caffè in un bar, fare acquisti in un negozio, andare la cinema, visitare un museo, possono risultare un’impresa difficile e in certi casi impossibile per le persone disabili. Basta la presenza di uno scalino alla fine di un marciapiede o all’ingresso di un esercizio commerciale, o uno scivolo molto più ripido del dovuto, un palo della luce nel bel mezzo di un marciapiede o una buca a costringere chi deve avventurarsi nella "giungla cittadina" con una sedia a rotelle a transitare sulla carreggiata stradale, insieme ad auto, camion e altri veicoli, rischiando di essere travolto. "L’alternativa - sottolinea Morsello - è starsene a casa e delegare amici, parenti e assistenti". I nostri politici non dovrebbero dimenticarlo o, peggio, giustificare la disattenzione evocando altre, più urgenti priorità. Ci sono ancora tante, troppe barriere architettoniche ma, soprattutto mentali, da abbattere per far si che molti disabili non debbano sentirsi "cittadini di serie B".

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