Cronaca

Chiariti i particolari dell'omicidio di Capo Feto

Sarebbero stati due distinti "gruppi di fuoco" ad uccidere, il 10 giugno del 2010, a Capo Feto, il cittadino extracomunitario Riadh Srat. Lo ha rivela...

Ornella Fulco

Sarebbero stati due distinti "gruppi di fuoco" ad uccidere, il 10 giugno del 2010, a Capo Feto, il cittadino extracomunitario Riadh Srat. Lo ha rivelato, nel corso della conferenza stampa svoltasi stamane a Marsala, il Procuratore della Repubblica Alberto Di Pisa che ha incontrato i giornalisti insieme al Sostituto Procuratore Giulia D'Alessandro e al comandante della Compagnia Carabinieri di Mazara, capitano Fabio Manzo. Srat era un personaggio di spicco, secondo gli inquirenti, nel mercato dello spaccio di stupefacenti e dell'eroina in particolare. Dalle indagini avviate dopo l'omicidio è emerso che i presunti responsabili - si tratta di cinque persone, tra cui una donna, raggiunte, lo scorso 13 gennaio, da altrettante ordinanze di custodia in carcere - avevano contratto debiti di una certa entità con lui e "non intendevano saldarli", ha spiegato il Procuratore Di Pisa. I cinque, secondo la ricostruzione fornita dagli investigatori sulla base delle indagini e del racconto di un testimone oculare, si trovavano a Capo Feto perché avevano un appuntamento con la vittima. Sul posto sarebbero giunti prima i marsalesi Vincenzo Galia e Giovan Vito Romeo a bordo di una Mercedes nella disponibilità della donna arrestata, Gisella Angileri. L’auto sarebbe stata chiaramente individuata da un testimone e le successive intercettazioni dei Carabinieri hanno confermato i rapporti tra lei, Romeo e Galia. In un secondo momento sarebbero sopraggiunti i mazaresi Giovan Battista Manciaracina e Ibnmahjoub Arafet . A raccontare agli inquirenti ciò che ha visto la sera dell'omicidio è stato un uomo che aveva accompagnato Srat sul posto e che, durante la discussione e la successiva sparatoria, era rimasto nascosto tra la vegetazione. Il testimone ha anche riferito che lo stesso Riadh Srat gli aveva confidato che, quella sera, doveva vendere 200 grammi di eroina ricavandone la somma di 22 mila euro. Poi, invece, l'omicidio: lo spacciatore venne raggiunto da cinque colpi di pistola al torace e al capo. Il successivo referto del medico legale parlò di “arresto cardiocircolatorio causato dalle gravi lesioni cranio-encefalitiche e toraciche determinate da colpi d’arma da fuoco a canna corta”.

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