Cronaca

Blitz antimafia a Castellammare del Golfo. Avviso di garanzia per il sindaco Nicolò Rizzo [VIDEO]

Tra gli indagati anche un consigliere comunale di Castellammare del Golfo

Laura Spanò

Francesco Domingo, soprannominato Tempesta attuale reggente della famiglia mafiosa di Castellammare del golfo ed altri 12 appartenenti a Cosa Nostra sono stati arrestati nella notte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Trapani. Una 14cesima ordinanza di custidia cautelare è stata notificata in carcere a Francesco Virga, boss della famiglia mafiosa di Trapani, già detenuto perchè coinvolto nell'operazione antimafia Scrigno. Undici gli avvisi di garanzia notificati.

I NOMI DEGLI ARRESTATI. In carcere dieci persone, tutte di Castellammare del Golfo tranne una: Francesco Domingo, 64 anni; Rosario Antonino Di Stefano, 51 anni; Camillo Domingo, 63 anni; Daniele La Sala, 40 anni; Salvatore Mercadante, 35 anni; Maurizio Gaspare Mulè, 54 anni;Antonino Sabella, 63 anni;Francesco Sabile, 61 anni; CarloValenti, 42 anni,Francesco Virga, 50 anni di Trapani, quest'ultimo già detenuto.

Finiscono ai domiciliari:Diego Angileri, 83 anni di Marsala, Felice Buccellato, 79 anni di Castellammare del Golfo e Sebastiano Stabile, 73 anni di Castellammare del Golfo. Il provvedimento era diretto anche a Benedetto Sottile, morto nel 2018 a 72 anni.

I militari dell'arma hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare emesse dal G.I.P. del Tribunale di Palermo su richiesta della locale Procura della Repubblica – DDA. I reati contestati sono: associazione di tipo mafioso, estorsione, furto, favoreggiamento, violazione della sorveglianza speciale e altro, tutti reati aggravati dal metodo mafioso. Altre 11 persone sono state denunciate a piede libero. Eseguite inoltre decine di perquisizioni.

I Carabinieri, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia, stanno perquisendo anche l’abitazione e l’ufficio del Sindaco del Comune di Castellammare del Golfo Nicolò Rizzo, il quale è stato destinatario di informazione di garanzia e invito a rendere interrogatorio innanzi all’Autorità Giudiziaria. Secretati gli atti

E’ inoltre indagato anche un ex consigliere comunale di Castellamare del Golfo che aveva chiesto a Domingo di attivarsi per il recupero di un mezzo agricolo che gli era stato rubato, nonché un avvocato, ex consigliere Comunale di Trapani, che aveva concorso con Domingo e Francesco Virga nella estorsione ad un imprenditore agricolo.

Le indagini, coordinate dal Procuratore Capo Francesco Lo Voi, dal Procuratore Aggiunto Paolo Guido e dai Sostituti Procuratori Gianluca De Leo e Francesca Dessì, hanno permesso di disarticolare la famiglia mafiosa di Castellamare del Golfo, che nonostante i dissidi interni, vede saldamente al vertice Francesco Domingo, pregiudicato, soprannominato Tempesta, già condannato a 19 anni di carcere per associazione di tipo mafioso ed altro e ritornato in libertà nel marzo del 2015. La famiglia mafiosa di Castellamare del Golfo, aggregata a quella di Alcamo dopo la prima guerra di mafia che vide la supremazia dei corleonesi, era stata ricostituita nel 1993 e la reggenza fu affidata a Gioacchino Calabrò, successivamente, come accertato giudizialmente, proprio Domingo aveva ereditato la reggenza dal 1997 fino al 2004, continuando ad esercitare, per alcuni anni, il suo potere anche dall’interno del carcere.

La stessa sentenza con la quale venne all’epoca condannato aveva accertato che Domingo aveva svolto il ruolo di tramite fra Cosa nostra e un'organizzazione criminale che operava in Sardegna. Il motivo spiegano gli investigatori – è perchè Giovanni Brusca e Matteo Messina Denaro avevano programmato alcuni atti ritorsivi contro le guardie carcerarie che proprio in Sardegna, a loro avviso, si sarebbero resi responsabili di gravi maltrattamenti contro i detenuti al regime di cui all'art. 41 bis o.p.

Addirittura a Domingo era stata data l'organizzazione di un incontro (poi effettivamente avvenuto, così come giudiziariamente ricostruito nella citata sentenza) fra Gaspare Spatuzza e Matteo Messina Denaro, all'epoca entrambi latitanti, incontro in cui erano state assunte le decisioni sulla custodia delle armi a disposizione delle famiglie mafiose del trapanese.

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