Uno splendido novantenne con una vita degna di un romanzo o una donna che al momento delle dimissioni non aveva nessuno ad attenderla oppure una signora in sedia a rotelle che con lo sguardo chiedeva di non restare sola. Sono alcuni dei 7.281 pazienti degli ospedali dell’Asp di Palermo che hanno potuto contare su assistenza e supporto psicologico durante la loro degenza nei reparti. L’attività, assicurata da agosto 2021 allo scorso mese di novembre, ha coinvolto 6 Presidi dell’Azienda sanitaria provinciale: Ingrassia e Villa delle Ginestre di Palermo; Civico di Partinico, Cimino di Termini Imerese, Dei Bianchi di Corleone e Madonna dell’Alto di Petralia Sottana.
Complessivamente sono stati 31.323 gli interventi effettuati nell’ambito del “Progetto sperimentale di Psicologia attività ospedaliere e servizi integrati ospedale-territorio” realizzato all’Asp di Palermo. “Un progetto – ha spiegato il Direttore generale, Daniela Faraoni - ideato e approvato negli ultimi mesi del 2019, ma che poi è stato rimodulato per essere funzionale alle nuove esigenze della pandemia. L’emergenza sanitaria ha profondamente modificato il contesto operativo degli ospedali e l’Azienda ha investito sul miglioramento dell’assistenza a pazienti e familiari, ma anche sul supporto alle equipe ospedaliere svolgendo un’indagine accurata sullo stress da lavoro correlato tra gli operatori”.
Sono stati assicurati un ampio ventaglio di servizi: dall’accoglienza all’informazione, dal supporto alla comunicazione con pazienti e familiari relativamente alla cura e ai percorsi assistenziali ospedalieri, alla gestione di eventi critici. Il report dell’attività è stato presentato nella sala conferenze del Centro di Alta specializzazione “Villa delle Ginestre” di Palermo nell’ambito della giornata dedicata al tema “L’esperienza di cura tra Ospedale e territorio: narrazioni condivise”. Sono intervenuti, tra gli altri, il Direttore generale dell’Asp di Palermo, Daniela Faraoni, il Direttore sanitario, Francesco Cerrito, ed il Direttore della UOC di Psicologia, Renato Di Giovanni.
“L’obiettivo del progetto – ha sottolineato Renato Di Giovanni - è stato di favorire una presa in carico globale delle persone intervenendo su 3 direttrici: utenza, familiari ed equipe curante, potenziando, inoltre, il legame con le risorse presenti sul territorio, sia di natura sanitaria che socio-assistenziale. Il progetto ha previsto attività individuali, di gruppo e di tipo laboratoriale”.Un’altra area di intervento ha riguardato un’indagine sullo Stress Lavoro Correlato. Sono stati presi in carico 570 operatori con interventi – in tutto 1.755 - sia singoli che di gruppo. “Una parte significativa – ha concluso Renato Di Giovanni - è stata eseguita attraverso spazi di condivisione durante il lavoro in reparto”.