Arresto Raccuglia

Trapani, 16 novembre 2009- L’arresto all’interno di una abitazione di Calatafimi-Segesta del boss latitante Domenico Raccuglia, indicato dallo stesso Ministro dell’Interno quale il “n.2” di Cosa Nostra in Sicilia, scrive in una nota il presidente del consiglio provinciale Peppe Poma, non può certo passare sotto silenzio e, a nome di tutti i gruppi politici del Consiglio Provinciale, esprimo il più grande plauso alla sezione catturandi e all’intera Squadra Mobile della Questura di Palermo, nonché ai magistrati che hanno coordinato le indagini, il sostituto procuratore Francesco Del Bene ed il pubblico ministero Roberta Buzzolani, e alla Direzione Anticrimine centrale della Polizia di Stato, per l’eccellente risultato del validissimo lavoro svolto che acquisisce ancor più valore e significato nel momento in cui, come evidenziato proprio in questi giorni a Trapani anche dai vertici istituzionali, la polizia è costretta ad operare in presenza di notevoli carenze di uomini, di mezzi e di risorse economiche”. L’occasione però – ha aggiunto Poma – offre lo spunto per farci riflettere anche sul fatto che Raccuglia aveva trovato rifugio e copertura proprio nel territorio della nostra provincia di Trapani, addirittura nella civile abitazione di una insospettabile coppia di coniugi. Questo significa che occorre ancora grande impegno e determinazione da parte di tutti, in particolare di tutti coloro che ricoprono ruoli di responsabilità politico-istituzionale ma anche di formazione culturale, affinché possano essere debellate del tutto quelle forme di omertà, sia comportamentali che mentali, che finiscono purtroppo per costituire, ancora oggi, fertile humus su cui attecchisce facilmente la mala pianta della criminalità organizzata e mafiosa che impedisce lo sviluppo delle piante più sane: quelle della crescita economica, sociale e culturale.