Gli hanno contestato, nell’ambito dell’operazione “Washing Hall”. i reati di peculato,abusiva attività finanziaria e indagato per il reato di riciclaggio e autoriciclaggio.
Lui è Domenico Cottone, palermitano proprietario del Marsala Calcio che oggi è stato posto agli arresti domiciliari, assieme alla moglie, Chiara Gulotta.I due, l’uno rappresentante legale e l’altra amministratore, gestiscono la President Gaming Hall di via Cavour a Palermo, ed avrebbero contratto debiti con lo Stato per un milione di euro,per mancato versamento degli importi per le giocate effettuate nella loro sala giochi. Il provvedimento della Procura, l’ inchiesta è diretta dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dai sostituti Giovanni Antoci e Vincenzo Amico, prevede anche il sequestro di beni per un milione di euro ( il debito complessivamente contratto con l’Erario nell’arco di 4 anni) e della sala giochi di via Cavour, una sala giochi molto frequentata.
Per la Procura Cottone e la moglie avrebbero spinto alcuni giocatori a indebitarsi facendo prestiti con i ticket per le giocate per un valore fino a tremila euro l’uno. Un modo, secondo quanto ipotizzano gli uomini della Guardia di Finanza del secondo nucleo operativo metropolitano del Gruppo di Palermo, coordinati dal colonnello Alessandro Coscarelli, con cui i coniugi Cottone spingevano i giocatori verso la ludopatia.Cottone è da due anni il proprietario del Marsala, società che milita serie D.Da tempo il sodalizio azzurro accusa problemi economici e i giocatori sono in credito di diverse mensilità.La situazione è precipitata con l'emergenza coronavirus e lo stesso Cottone, a prescindere dalle decisioni che prenderà la Lega Nazionale Dilettanti, ha disposto il rompete le righe ritenendo chiuso l’anno sportivo.