Cronaca

Accusati di tentato omicidio in concorso, i presunti genitori del neonato abbandonato a Paceco

Entrambi sono stati arrestati, avevano deciso insieme di liberarsi del neonato

Laura Spanò

Ci sono voluti otto lunghissimi mesi per arrivare a dare un volto ed un nome ai genitori del neonato abbandonato il 4 ottobre scorso nelle campagne di contrada Sciarrotta a Paceco.

Dopo mesi di indagini, accertamenti e tanto altro, i Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Trapani e della Stazione di Paceco, coordinati dalle Procure della Repubblica presso i Tribunali di Trapani e per i Minorenni di Palermo, in esecuzione di provvedimenti restrittivi emessi dai rispettivi GIP, hanno arrestato con l’accusa di tentato omicidio in concorso, i presunti genitori del neonato abbandonato a Paceco.

Si tratta di due giovanissimi, lui 19 anni lei appena 16. La minore è stata ristretta presso un istituto penale per i minorenni mentre il giovane presso la Casa Circondariale di Trapani. La notizia del ritrovamento del neonato scosse l’intera comunità trapanese, suscitando scalpore anche a livello nazionale. A ritrovare il piccolo, avvolto in una coperta, erano stati i proprietari di un terreno poco distante dal luogo dell’abbandono, attratti dai vagiti del bimbo.

Da quel momento, i Carabinieri di Trapani, coordinati dalle Procure della Repubblica presso i Tribunali di Trapani e per i Minorenni di Palermo, hanno dedicato ogni energia per risalire agli autori dell’abbandono e del tentato omicidio.

Si è trattato di una indagine scrupolosa. Visionate ore e ore di immagini dei sistemi di video sorveglianza, ascoltati i residenti della zona, i proprietari dei veicoli transitati in quell’area. Sono stati svolti accertamenti presso ospedali, pronto soccorso, consultori provinciali, medici di base, guardie mediche, e presso gli istituti scolastici della provincia per acquisire ogni possibile elemento utile alle indagini. Il paziente lavoro degli inquirenti ha consentito di stringere il cerchio attorno ai due presunti genitori. In particolare, le attenzioni si sono concentrate inizialmente su una minore che già da diversi giorni non frequentava le lezioni e, attraverso una complessa attività investigativa è stato possibile raccogliere gravi elementi indiziari a carico della giovane.

La conferma dell’ipotesi investigativa si è avuta poi dall’esame del DNA svolto dai Carabinieri del RIS di Messina che ha dato esito positivo. Quello estratto dalla placenta e quello acquisito dai campioni biologici della giovane erano perfettamente sovrapponibili, con una probabilità che i Carabinieri del RIS definiscono “di un milione di miliardi rispetto l’opzione contraria”.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, “la ragazza avrebbe organizzato di compiere l’insano gesto insieme al giovane fidanzato. In particolare, i due, dopo aver nascosto a familiari e amici la gravidanza, avrebbero deciso insieme di liberarsi del neonato. La notte del parto lo avrebbero così abbandonato in un terreno, con la piena consapevolezza, secondo quanto ricostruito dai magistrati, “di esporre il loro figlio non soltanto ad astratti ed eventuali pericoli conseguenti al suo stato di incapacità di difesa, bensì al rischio di una morte pressoché certa, evitata per fattori del tutto indipendenti dalla loro volontà”. Alla luce del grave quadro indiziario, su disposizione delle competenti autorità giudiziarie, i due sono stati quindi arrestati con l’accusa di tentato omicidio.

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