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Addio a Totò Schillaci, se ne va il bomber delle Notti Magiche - Trapani Oggi

Palermo | Sport

Addio a Totò Schillaci, se ne va il bomber delle Notti Magiche

18 Settembre 2024 11:29, di Redazione
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Era ricoverato al Civico da alcuni giorni

Palermo - Lutto nel mondo del calcio. Se n'è andata un'icona, un simbolo. È morto Salvatore Schillaci, per tutti Totò, aveva 59 anni. Giocò, tra le altre, per Juve, Inter e in Nazionale. In azzurro coi suoi gol aveva infiammato l'Italia per un'estate, quella del mitico Mondiale del 1990: era malato di tumore al colon ed era già stato operato due volte.

Aveva vinto tante battaglie, sul campo e furi, nella sua seconda vita. Questa volta non c'è riuscito. Era nato a Palermo il 1° dicembre 1964 e si era sposato due volte, con Rita e Barbara: lascia tre figli, Jessica, Mattia e Nicole.

L’8 settembre i familiari di Schillaci hanno scritto un messaggio su Instagram a proposito delle condizioni di salute del loro congiunto. “Viste le innumerevoli chiamate da parte di molte testate giornalistiche e viste le brutte notizie che circolano, informiamo che il nostro amato Totò è in condizioni stabili ed è controllato da un equipe di medici continuamente notte e giorno”. Da quel momento sono iniziati giorni di apprensione culminati con il decesso.

Salvatore Schillaci, detto Totò, era nato a Palermo il 1° dicembre 1964. Dopo le giovanili all'AMAT Palermo, ha iniziato la sua carriera da calciatore professionista a Messina, esordendo nel 1982 in Serie C2 a 18 anni. In maglia giallorossa è rimasto fino al 1989, collezionando 256 presenze e 77 gol, trascinando la squadra in C1 e poi in Serie B

Nel 1989 viene notato e acquistato dalla Juventus. Lascia la sua Sicilia per 6 miliardi di lire. La prima stagione è ottima: segna 21 gol in 50 presenze totali (tra cui 15 reti al primo anno in Serie A) e contribuisce alla doppietta Coppa Italia e Coppa Uefa conquistate dai bianconeri.

Grazie a questo exploit, Azeglio Vicini decise di portarlo nella spedizione azzurra ai mondiali di Italia 90. Schillaci nelle gerarchie partiva dietro mostri sacri come Vialli, Baggio e Mancini ma nella gara d’esordio contro l’Austria entrò a metà secondo tempo al posto di Carnevale e segnò il gol vittoria. Da quel momento non si fermò più.

Schillaci segna contro Cecoslovacchia, Uruguay e Irlanda, trascinando a suon di gol l’Italia in semifinale. Segna anche nella gara contro l’Argentina ma gli azzurri uscirono ai calci di rigore. Anche nella finale per il terzo posto contro l’Inghilterra siglò la rete della vittoria italiana. Con 6 reti si aggiudicò così la classifica marcatori del mondiale. Le sue esultanze con gli occhi spiritati sono uno dei simboli delle “notti magiche” di quell’indimenticabile estate italiana.

Nel 1992 passa all'Inter per 8,5 miliardi di lire. Qui sigla, in due anni, 12 gol in 36 partite, con diversi problemi fisici che lo hanno accompagnato nella sua avventura milanese. Se ne andò nell’aprile 1994, poco prima che i nerazzurri conquistassero la Coppa Uefa.

Schillaci nella primavera 1994, a neanche trent’anni, sceglie il Giappone, dove con la maglia del Jùbilo Iwata disputerà quasi quattro stagioni nel massimo campionato nipponico, segnando 65 gol in 93 partite. È stato il primo calciatore italiano a migrare in questo torneo.

Morte Totò Schillaci, Schifani: «Addio a icona del calcio italiano nel mondo. Alla famiglia il cordoglio dei siciliani» -

«Con Totò Schillaci se ne va un campione che è diventato l’icona del calcio italiano nel mondo. I suoi occhi sgranati per una decisione arbitrale non condivisa sono l’immagine simbolo dei Mondiali del 1990, dei quali fu assoluto protagonista grazie ai suoi goal che regalarono agli italiani le notti magiche rimaste nella memoria di tutti. Schillaci è stato il simbolo della tenacia, della voglia di trovare un riscatto a una vita di sacrifici che è andata persino oltre al talento, consentendogli di costruire una grande carriera, partendo dal Messina fino ad arrivare a grandi club come Juventus e Inter e alla consacrazione in Nazionale. Totò ha amato profondamente la sua città, Palermo, operando nel sociale in favore dei giovani. Nell’onorare il ricordo di questo grande uomo di sport, rivolgo ai suoi familiari il messaggio di vicinanza e cordoglio mio personale e a nome di tutti i siciliani». Lo afferma il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.

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