Palermo – Approda in appello l’operazione antidroga denominata “Acheron” condotta nel giorno di Santa Lucia del 2022 dalla Polizia, con arresti tra Trapani e Reggio Calabria. Adesso la seconda sezione penale della Corte di Appello di Palermo ha riformato parzialmente, la sentenza emessa dal Gup del Tribunale di Palermo, giudice Ermelinda Marfia, che, in abbreviato, aveva condannato tutti gli imputati.
La sentenza di primo grado, emessa il 9 maggio 2024, era stata appellata dagli imputati Giuseppe Beninati, Giuseppe Salerno, Gianfranco Gianni, Ottavio Monaco, Vincenzo Gigante, Alessio Castoro, Leonardo Casano, Francesco Fabrizio, Filippo Giacalone, Pietro Paolo Marino, Vincenzo Mazzola, Maria Grazia Pirrotta, Giuseppa Prinzivalli, Filippo Raccuglia, Carmelo Schifano e Francesco Zurzolo. E i giudici di appello hanno assolto dall’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga gli imputati Gianfranco Gianni, Alessio Castoro, Maria Grazia Pirrotta e Giuseppe Salerno , pur condannandoli per gli altri reati loro contestati: 4 anni e 8 mesi di reclusione e 24 mila euro di multa per Alessio Castoro e Maria Grazia Pirrotta, 2 anni e 8 mesi e 32 mila euro di multa per Gianfranco Gianni; 10 anni e 4 mesi di reclusione e 37 mila euro di multa per Giuseppe Salerno. Pene più ridotte di quelle comminate in primo grado anche per gli imputati, Francesco Fabrizio, Filippo Giacalone, Vincenzo Gigante, Ottavio Monaco, Carmelo Schifano e Giuseppe Beninati. Francesco Zurzolo è stato condannanto a 3anni, 10 mesi e 20 giorni di reclusione e 12 mila euro di multa.
L’Avvocato Benedetto Ruggirello, difensore dell’imputata Maria Grazia Pirrotta, nel dichiararsi soddisfatto per l’accoglimento delle tesi difensive sostenute, che avevano, fin dall’origine, mirato all’esclusione per la sua assistita dal vincolo associativo, “afferma di attendere il deposito delle motivazioni della sentenza per vagliare eventuale ricorso in Cassazione, in relazione al trattamento sanzionatorio”.
Il procedimento penale trae origine da un’operazione della Dda di Palermo, eseguita il 13 dicembre del 2022, tra le province di Trapani, e Reggio Calabria, per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Un giro vorticoso all’ombra di mafia e ‘ndrangheta, che aveva richiesto ed ottenuto dal Gip, l’applicazione di 32 misure cautelari, alcune ai domiciliari, la maggior parte in carcere. Le indagini, avevano documentato l’attività di due distinte organizzazioni criminali, tra loro collegate, che operavano a Trapani e provincia, in grado di garantire il funzionamento di numerose piazze di spaccio ubicate sia nel capoluogo che a Marsala.
Una indagine che confermò scenari già conclamati dalla storia dei rapporti e delle relazioni criminali tra Trapani e la Calabria. Una joint venture tra mafia trapanese e ndrine calabresi mai conclusa, affari che nel tempo si sono rinnovati, Cosa nostra e ‘Ndragheta sono tornati ai traffici di droga, cocaina, crack, eroina e hashish. Per gli inquirenti l’organizzazione criminale era di fatto l’erede dei grandi boss, il mazarese Agate e il calabrese Pannunzi, che già dagli anni 70 inaugurarono i trasporti di droga con le navi mercantili. Durante l’inchiesta “Acheron” la Polizia scoprì che nel corso del periodo del lockdown, la droga veniva fatta viaggiare dentro le ambulanze. Ma i ruoli per famiglie mafiose e ndrine era sempre uguale: la Calabria è il provider, la Sicilia e altre Regioni le terre dello spaccio. Traffici serviti a rimpinguare le casseforti di Cosa nostra. Durante le indagini furono sequestrati oltre 35 chilogrammi di hashish e 5 di cocaina.