Santa Ninfa
Belìce, a 57 anni dal terremoto si parla di sviluppo
L'incontro oggi pomeriggio al Comune di Santa Ninfa
Laura Spanò10 Gennaio 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Santa Ninfa – A 57 anni dal sisma che colpì nel 1968 la Valle del Belìce si parlerà di prospettive di sviluppo, oggi pomeriggio alle 16, nell’aula consiliare del Comune di Santa Ninfa (Trapani).
    L’iniziativa è promossa da tutti i sindaci dei 21 Comuni interessati dalla ricostruzione e, per la prima volta, non si parlerà di ricostruzione ma di sviluppo della Valle.

    Tra gli altri interverranno: Carlo Ferreri, sindaco di Santa Ninfa, Nicola Catania, già sindaco di Partanna e attuale coordinatore dei primi cittadini; il deputato regionale Margherita La Rocca Ruvolo, sindaco di Montevago, Amico Dolci, i deputati regionali della provincia Dario Safina, Cristina Ciminnisi, Stefano Pellegrino, Giuseppe Bica e Mimmo Turano, Giuseppe Provenzano, già ministro per il sud e l’eurodeputato Marco Falcone.

    Assurdo che a 57 anni da quel terribile sisma nel Belice si continui a parlare ad ogni anniversario di “prospettive di sviluppo”, tutto questo appare come una vera presa in giro per quanti hanno vissuto quel dramma. Una ferita quella del Belice mai rimarginata, perchè nel tempo non c’è stata una vera e propria programmazione con i fondi che sono arrivati, lasciamo stare quelli che ancora si attendono, ma quelli che sono arrivati sono stati spesi malissimo. Abbiamo assistito ad una ricostruzione “monca”, strutture spesso inutili o inutilizzate o meglio lasciate incompiute. Un esempio a Calatafimi si costruirono cinque case alloggio per anziani. Probabilmente pecorrendo i tempi, prevedevano che la cittadina avrebbe con il tempo perso i suoi giovani.

    Ma è solo uno dei molteplici esempi di una ricostruzione assurda diffusa su tutto il territorio della Valle del Belice che comprende comuni delle Province di Trapani, Agrigento e Palermo.  Hanno costruito case che oggi sono ancora vuote, edifici popolari che ancora oggi sono vuoti. E nel frattempo la “migliore gioventù” è scappata via non trovando soluzioni per andare avanti. Non servivano solo le case, o le strutture inutili in questo Belice.

    E’ assurdo leggere quindi che quando si indica il Belice, si parli ancora a 57 anni da quel terribile terremoto che in pochi minuti sconvolse 17/18 paesi della Valle, di “prospettive di sviluppo”. Sarebbe ora di finirla con le passerelle di questo o di quel politico. Bisogna avere il coraggio invece di chiedere “scusa” e ammettere che con il “Belice avete sbagliato tutto”.




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