Trapani – Parte l’iter ma al momento nessun beneficio per i comuni. «Abbiamo acceso l’impianto, è una prima fase di prova del sistema di dissalazione. L’acqua nelle condotte arriverà tra il 15 e il 20 ottobre». A parlare è Salvo Cocina, dirigente regionale della Protezione civile e commissario per l’emergenza idrica, che ha annunciato la conclusione dei lavori e l’avvio del dissalatore di Trapani. Si attendeva da mesi questo momento alla luce della crisi idrica che ancora una volta vede protagonista Trapani e il suo hnterland.
L’impianto, realizzato all’interno della Riserva naturale delle Saline (il Wwf ha seguito da vicino i lavori e in fase di conferenze di servizio ha ottenuto delle prescrizioni per la prosecuzione dell’opera e ulteriori benefici a favore dell’area di grande valore storico e naturalistico), entra ora in fase di test tecnico per verificare il funzionamento dei moduli e degli impianti di osmosi inversa. Siciliacque, soggetto attuatore dell’intervento, affiancherà la Protezione civile nella valutazione della prima fase di attivazione.
La notizia arriva in un momento critico visto che la città è alle prese con l’ennesimo blackout ai pozzi di Bresciana, che ha generato una nuova emergenza idrica e un acceso scontro tra il Comune e E-Distribuzione del gruppo Enel. In questo contesto, l’accensione del dissalatore potrebbe rappresentare una risposta concreta, seppur ancora parziale, alle difficoltà del territorio.
Secondo il cronoprogramma stabilito dalla cabina di regia regionale, entro la fine di ottobre inizierà il trasferimento dell’acqua dissalata nelle condotte, con una portata iniziale di 25 litri al secondo, destinata a salire a 100 litri nelle tre settimane successive. Entro il 2026, la capacità dell’impianto dovrebbe raddoppiare, grazie al trasferimento del dissalatore mobile di Porto Empedocle, dove è previsto anche un ampliamento con un impianto più grande e performante. Mentre gli impianti di Gela e Porto Empedocle sono già operativi, quello agrigentino non ha ancora prodotto benefici tangibili. Trapani, invece, guarda ora con speranza al nuovo dissalatore, nella prospettiva di una gestione più stabile e autonoma delle risorse idriche.