Calatafimi Segesta
Ieri a Calatafimi l’ultimo saluto a Leonardo Leone
Don Vincenzo Basiricò: "Eri un eroe perché sapevi amare e l’amore vince anche la morte"
Laura Spanò23 Settembre 2025 - Cronaca
  • Poliziotto sorridente accanto a un’auto della Polizia di Stato con sirene blu acceseCronaca

    Calatafimi-Segesta – Ieri la città ha salutato per l’ultima volta Leonardo Leone, 30 anni, l’agente di polizia stroncato da un malore, che sarà anche ricordato per l’immensa generosità, la sua famiglia ha infatti donato i suoi organi. La chiesa, quella di San Michele era gremita, così come piazza Pebliscito.

    C’erano proprio tutti: i familiari affranti, gli amici, i colleghi. Sulla bara, il cappello d’ordinanza e la cappottina di portantino del simulacro della Madonna di Giubino e del SS Crocifisso. Leo era infatti un giovane devoto e nonostante fosse per lavoro ad Alcamo, dove aveva preso casa dopo essersi sposato con la sua Federica che fra tre mesi l’avrebbe reso padre di una bambina, non mancava mai ai momenti religiosi della città che lo aveva visto crescere e dove vivono i genitori e le tre sorelle a cui era legatissimo.

    L’omelia di don Vincenzo Basiricò

    A officiare il rito funebre don Vincenzo Basiricò, con altri sacerdoti di Calatafimi. “Oggi Calatafimi piange uno dei suoi figli migliori. Uomo giusto, cristiano, sincero, fedele servitore dello Stato” – ha detto nell’omelia don Vincenzo Basiricò e poi ha proseguito:“Cosa diremo di te a tua figlia Celine quando crescerà? Che eri un eroe”.

    Poi il passaggio dedicato alle parole di mamma Antonina. “Era prezioso per noi” mi ha detto sua mamma Antonina, “ma – ha aggiunto – abbiamo capito con la sua morte che era prezioso per tanti altri”.

    “Siamo certi che lassù – ha continuato don Vincenzo – sarai nel quartiere generale degli uomini fidati di Gesù e di Maria, per aiutarli nelle missioni di pace e salvare giovani e adulti”. E la sua prima missione Leo l’ha compiuta. Ha donato alcuni dei suoi organi permettendo ad altre persone di vivere meglio.

    “La morte ha rivelato a tutti, anche ai tuoi familiari, la luce del diamante che sei – ha proseguito don Vincenzo. Non avremmo mai pensato che proprio tu potessi lasciarci così presto. Abbiamo pregato, abbiamo implorato la grazia, ma non siamo stati esauditi. Il Signore ha messo alla prova la nostra fede. Il disegno su di te era un altro, un disegno che non comprendiamo, che difficilmente accettiamo, ma tu ci hai insegnato che bisogna ubbidire sempre agli ordini di chi sta in Alto, bisogna fidarsi di Maria, bisogna avere fede in Dio e noi seguiremo il tuo esempio di devoto del Signore, di figlio prediletto della Madonna”.

    La vigilia aveva ricevuto il saluto della Madonna di Giubino

    E che era figlio prediletto della Madonna, a Calatafimi lo sapevano tutti. La vigilia del funerale di Leonardo è coincisa con la processione che ogni anno riporta in città il simulacro della Madonna di Giubino, a cui il giovane agente di polizia era da sempre devoto. Prima di entrare nella chiesa dove viene custodito il simulacro della patrona di Calatafimi, i portantini hanno però allungato di 500 metri la processione, raggiungendo la vicina chiesa di San Michele, dove già si trovava la bara di Leo attorniata dai familiari, parenti e amici. Un momento di grande commozione ha accompagnato la preghiera dedicata alla Madonna di Giubino. Tutti i presenti hanno affidato a lei, Leonardo. E per tutti è stato il saluto di una Madre al proprio figlio prima di accoglierlo tra le sue braccia in paradiso.

    Il saluto di don Vincenzo Basiricò e della città

    “Con la tua morte improvvisa ci hai dato l’ultima lezione di vita: saper custodire ciò che vale veramente. eri un eroe perché non ti sei risparmiato nel lavoro, hai amato il tuo Paese, gli amici, la Madonna santissima. Eri un eroe perché sapevi amare e l’amore vince anche la morte. Eri un eroe perché non avevi nemici ma solo amici.Grazie di tutto Leo! Arrivederci in Paradiso!”

    I colleghi e gli amici hanno portato a spalla la sua bara

    Ieri alla fine del funerale la bara del giovane dal cuore grande, è stata trasportata in piazza a spalla dai colleghi, per Leo il picchetto d’onore e le sirene. Da qui al cimitero a spalla è stata portata dai portantini della Madonna Giubino e del SS Crocifisso. I suoi amici anche in questo triste viaggio non l’hanno voluto lasciare solo.

     

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