Trapani
Dissalatore di Trapani: Siciliacque e WWF insieme per tutelare la Riserva Naturale
Un esempio virtuoso di collaborazione a beneficio del territorio, che potrà avere maggiori risorse idriche
Laura Spanò12 Settembre 2025 - Attualità
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    Trapani – Recuperare risorse idriche per contrastare la siccità riservando una particolare attenzione alla tutela della Riserva naturale orientata delle saline di Trapani e Paceco. È questa la sfida in corso a Trapani, dove Siciliacque sta realizzando in qualità di soggetto attuatore l’ultimo dei tre dissalatori previsti in Sicilia per attenuare la crisi idrica.

    Il dissalatore di Trapani si inserisce in un contesto del tutto peculiare rispetto agli altri due impianti già attivi a Gela e Porto Empedocle. Sorge infatti all’interno della Riserva regionale delle Saline di Trapani e Paceco, zona umida di importanza internazionale gestita dal WWF Italia: una parte dell’impianto, infatti, ricade nella zona “A” che rappresenta il cuore del sito protetto.

    Il cantiere

    Il cantiere è suddiviso in due parti: i container mobili per la dissalazione sono già stati collocati laddove un tempo c’era il vecchio dissalatore (in disuso dal 2014), area in cui è stata realizzata una massiccia opera di bonifica; mentre nella zona delle saline si trova la stazione di pompaggio, incastonata all’interno di un vecchio mulino che verrà recuperato, al pari di un altro che si trova nella strada di accesso alla riserva naturale. Non solo. Grazie a una serie di interventi programmati con l’ente gestore della riserva, i visitatori potranno usufruire di una serie di postazioni per il birdwatching all’interno della riserva. Parallelamente, sono in corso programmi volti a garantire, ripristinare e migliorare la biodiversità, attraverso la ricostituzione di alcuni habitat naturali grazie all’acquisizione di aree private.

    L’unicità del contesto

    L’unicità del contesto in cui si sta operando ha richiesto, sin dalle fasi di organizzazione del cantiere, un’attenzione straordinaria che ha portato Siciliacque a operare in stretta collaborazione con il Commissario nazionale per l’emergenza idrica ed il WWF in qualità di Ente Gestore del sito protetto, associazione da tempo attiva nell’area con una delle sue 100 Oasi protette. In quest’ottica, già in fase preliminare sono state individuate due figure chiave: un referente ambientale incaricato di armonizzare le esigenze operative del cantiere con le indicazioni dell’ente gestore della riserva e un direttore operativo dedicato esclusivamente agli interventi più delicati dal punto di vista ambientale. Entrambi curano anche l’organizzazione di riunioni settimanali per trasferire sensibilità e indicazioni ambientali direttamente alle squadre impegnate nei lavori.

    Un esempio virtuoso di collaborazione a beneficio del territorio

    Un esempio virtuoso di collaborazione a beneficio del territorio, che potrà avere maggiori risorse idriche e allo stesso tempo godere di una riserva naturale più ricca di servizi per la fruizione e la sensibilizzazione e più ricca di biodiversità. Dal punto di vista operativo, l’avvio del cantiere è stato preceduto da un censimento accurato delle specie vegetali e animali presenti, così da assicurarne la tutela durante la perimetrazione delle aree di intervento e le successive fasi di lavoro.
    Numerosi gli interventi di mitigazione adottati, di concerto con il WWF: misure per contenere il sollevamento della polvere generata dal passaggio dei mezzi; limitazione dei rumori e ottimizzazione dello smaltimento dei materiali di risulta; protezione del suolo mediante coperture e teli, che ne favoriranno la rinaturalizzazione al termine dei lavori; orari di attività ridotti, con inizio mai prima dell’alba e conclusione sempre prima del tramonto, per non disturbare la fauna.

    Si lavora con la consapevolezza che i padroni delle saline sono gli animali

    Più in generale, ogni intervento è ispirato dalla consapevolezza che i veri padroni di casa delle saline siano gli animali. Un episodio in particolare è in grado di testimoniare questa attenzione: nel corso dei lavori è stata scoperta la nidificazione di una nuova specie per l’area, l’Occhione (Burhinus oedicnemus). Si è trattato di un evento inedito che ha portato all’attivazione di specifiche procedure di salvaguardia concordate con l’ente gestore. La programmazione ha consentito la naturale prosecuzione della fase di nidificazione sino alla nascita, senza arrecare alcun disturbo alla specie: testimonianza del fatto che opere fondamentali per la collettività possano andare a braccetto con la tutela ambientale.

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