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    “Scialandro”, cambia il collegio del Tribunale
    Presidente Carrara subentra alla Troja
    Rino Giacalone10 Settembre 2025 -
  • Tribunale

    Trapani – di Rino Giacalone – Non è stata oltre modo lunga l’udienza di ieri mattina del processo scaturito dall’operazione antimafia denominata “Scialandro”. Intanto in aula si è presentato alle parti un nuovo collegio, presidente la giudice Cristina Carrara, dopo il trasferimento a Caltanissetta della giudice Daniela Troja, confermato a latere il giudice Oreste Marroccoli, altro a latere il giudice onorario Gaspare Sammartano, subentrato al giudice Cantone, anche lui trasferito ad altra sede. Dalle prime battute in aula, i normali scambi tra presidente e parti, la presidente Carrara ha già mostrato di conoscere alla perfezione gli atti sin qui compiuti, quindi per tutti rappresenta una precisa garanzia sul prosieguo del dibattimento.

    In aula a testimoniare ancora per l’ennesima , ma stavolta ultima udienza, il maggiore dei Carabinieri Vito Cito. L’indagine “Scialandro” portò nell’autunno 2023 ad una serie di arresti, a conclusione di una indagine coordinata dalla Procura antimafia di Palermo e condotta da Polizia, Carabinieri e Dia. Il maggiore Cito fu uno degli investigatori impegnati nell’inchiesta, quale dirigente di una delle sezioni del Reparto Operativo provinciale dei Carabinieri. La sua testimonianza è stata suddivisa in diverse udienze, dapprima ha risposto alle domande del pm Giacomo Brandini della Dda di Palermo, e poi alle difese degli imputati, quasi tutti sottoposti alle misure cautelari, tra il carcere e i domiciliari. Tra i nomi di spicco quelli dei trapanesi Pietro Armando Bonanno (recluso a Parma) e Mariano Minore (ai domiciliari). Ieri quasi tutti gli imputati erano presenti, quelli reclusi hanno seguito il dibattimento in video conferenza, unico rinunciante Mario Mazzara (Custonaci, dove nel quinquennio 85/90 è stato anche consigliere comunale), in aula c’erano Minore e Zichichi.

    Il maggiore Cito ha risposto al controesame delle difese, avvocati De Luca, Sammartano, Galluffo, e di fatto il pm ha concluso la prima prova testimoniale. Nella lista da sentire ci sono ancora altri investigatori, della Polizia e della Dia. In attesa che il perito consegni al collegio la trascrizione delle numerose intercettazioni.

    Le difese hanno puntato a mettere in risalto la rete dei rapporti e sopratutto le relazioni con i personaggi più compromettenti dell’inchiesta, ma il maggiore Cito ha risposto spiegando che se è vero che in alcuni casi non sono state scoperte relazioni dirette, di fatto esisteva un sistema di relazioni collaudato, anche attraverso interposte persone. Ha inoltre confermato che l’operazione “Scialandro” si è da subito concentrata sull’anziano Mario Mazzara, per via del suo rapporto con Giuseppe Costa, uno dei sequestratori del piccolo Giuseppe Di Matteo (il figlio del pentito Santino, sequestrato, strangolato e sciolto nell’acido per vendetta mafiosa contro il padre, per un periodo il ragazzino venne nascosto nella frazione Purgatorio di Custonaci e se ne occupava Costa, condannato già per questo reato e poi nuovamente arrestato dopo la sua scarcerazione per associazione mafiosa).

    Mazzara era già finito nel mirino degli investigatori che nel 2019 si occuparono dell’inchiesta denominata Scrigno (concentrata sulla mafia trapanese, e sui rapporti anche tra politici e Cosa nostra), per questa ragione l’inchiesta “Scialandro” ripartì proprio dalla sua figura: uno parecchio “ntiso” nell’ambito politico e anche criminale di Custonaci ha sottolineato il maggiore Cito. Mazzara è stato visto partecipare a riunioni “politiche” ma fuori da aule istituzionali, locali dove i partecipanti, come l’allora vice sindaco di Custonaci Carlo Guarano (anche lui arrestato e già condannato nel processo col rito abbreviato), ha spiegato l’investigatore dell’Arma, discutevano di tante cose, deleghe amministrative, appalti, gestione della distribuzione idrica.

    Le difese hanno evidenziato che in fin dei conti parlavano dei “problemi della cittadinanza”, affermativa la risposta del teste che però ha aggiunto “ne parlavano nella sede sbagliata”.

    Il contenuto dell’inchiesta ha riguardato Custonaci, Valderice, Paceco Trapani ed Erice, i punti cardinali di Cosa nostra trapanese. Pietro Armando Bonanno, gestiva una macelleria che sarebbe stato il suo “ufficio” per sbrigare le faccende di mafia, dal controllo del territorio alla riscossione dei guadagni, dal recupero crediti per conto terzi all’intestazione fittizia di beni. Le relazioni in generale emerse quelle tra uomini d’onore e professionisti con il “colletto bianco”, con il pallino del fare politica, impresa e commercio, anche tutte tre le cose assieme, in particolare a Custonaci.

    Sullo sfondo dell’inchiesta relazioni importanti intrecciate fin dentro le istituzioni, grazie anche ad agganci in certe logge della massoneria, vecchia e nuova. Il resoconto investigativo offerto dal maggiore Cito nelle udienze durante le quali è stato sentito, non è risultato datato nel tempo, ma è apparso collocato in un ambito temporale recente, recentissimo.

    A dispetto di chi dice che la mafia non esiste, ieri la si negava davanti ai corpi straziati degli uccisi, seguendo quella cultura delle negazione imposta proprio dai mafiosi, oggi si sostiene sia stata sconfitta da arresti e condanne, ecco che l’informativa “Scialandro” dimostra tutt’altro e che nell’arco temporale dell’inchiesta, tra il 2021 e il 2023, Cosa nostra trapanese, grazie anche a Pietro Armando Bonanno, era parecchio attiva, emergendo come una sorta di “mafia di prossimità”, pronta ad offrire servizi alla popolazione, e non solo a quella disagiata.

    Ufficialmente i mafiosi non li conosce nessuno, non sappiamo chi sono, ma se per caso qualcuno si ritrova un grave problema da risolvere, ecco che invece di andare a bussare alle porte degli uffici giudiziari, si va a cercare il mafioso.

    Come Pietro Armando Bonanno a trapani o Mario Mazzara a Custonaci. Tra le intercettazioni emerse anche quelle destinate all’informazione giornalistica, anche chi scrive è risultato tra le penne sgradite.

    Prossima udienza a metà ottobre.

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