Trapani – di Rino Giacalone – Stavolta la sfida il patron dello sport professionistico cittadino, Valerio Antonini, l’ha lanciata dalla sua tv, ospite oggi dell’edizione del telegiornale. Rivolto al sindaco, gli ha detto di mettere nero su bianco quella che sarebbe la sua vera intenzione, togliere agli Shark l’uso del Pala “Daidone”, minacciando in tal caso onerose azioni legali.
Antonini ha poi ribadito il proprio pensiero, “quella convenzione (l’atto sottoscritto tra Comune e società nel 2023) è valida, ci chiedono di pagare utenze che sono state calcolate in modo erroneo, siamo pronti a pagare correggendo questi conti ma è da mesi che si attende un tecnico che venga a verificare le centraline elettriche ed idriche, mandateci la nota con ciò che dobbiamo pagare, non dite ancora che siamo abusivi e peggio ancora morosi”.
A tamburo battente è arrivata la nota dell’amministrazione. Nessuno ha sfrattato nessuno. “Il diritto dei colori granata, per cominciare dalla prima squadra, di giocare le partite in seno al Pala Daidone non è mai stato e non sarà compromesso. Così come non sarà mai abdicata in favore di alcun soggetto, l’applicazione di norme e regolamenti disciplinati da leggi e regole di tutela generale degli interessi pubblici. Mai e’ venuta meno da parte del sindaco e della Giunta la volontà di tutelare la maglia granata, gli appassionati e tifosi, e gli stessi sportivi abbonati per il corrente campionato (c’è una nota a firma del sindaco del 14 agosto scorso)”.
Chiara la Giunta, gli Shark restano cittadini del Palazzetto dello Sport, ma la società ha obblighi da rispettare e non è vero che da Palazzo D’Alì si è stati immobili: “Nei mesi recenti non pochi sono stati i tentativi avviati dall’amministrazione comunale, con plurale e partecipato approfondimento in sede tecnico-giudica anche unitamente alla parte interessata, per la ricerca di soluzioni legittime alle criticità unilateralmente create dalla Società in relazione alla compromessa datata convenzione, valutando anche ipotesi transattive”. Come a voler dire che l’inadempienza resta in casa Shark.
Manca il passaggio reclamato da Antonini, nero su bianco l’attestazione della validità della convenzione. Ma in conferenza stampa il sindaco Tranchida era stato preciso sulla intenzione di chiedere pareri legali , non escludendo Anac e Corte dei conti.
Cosa immaginarsi adesso? La ripresa della protesta da parte del patron. Quella fino adesso andata in scena è stata una protesta eclatante, soprattutto animata via social, con monologhi notturni, è vero parecchio seguiti, ma che in certi momenti ha avuto toni esagerati nei giudizi, che si è allargata prendendo di mira la politica, l’amministrazione, assessori e dirigenti, tutto con il comune denominatore di una città, secondo l’imprenditore Antonini, non governata e in preda a svariati problemi.
E’ vero che determinate problematiche messe in evidenza presentano criticità, a proposito di litorale, gestione cimitero, sistema idrico, vicenda società partecipate, ma dal confronto politico a quello personale il passo compiuto dall’imprenditore è stato talvolta troppo breve.
Ed è su questo che si concentra il documento della Giunta, che contesta questo agire. Soprattutto perché per gli assessori è un comportamento che andrebbe oltre la politica: “Si fomenta in Città, ormai da mesi, una crescente e sempre più violenta campagna di odio volta a diffamare ed offendere pubblici amministratori, funzionari pubblici, imprenditori, giornalisti e semplici cittadini. Numerose le azioni oltraggiose e diffamatorie in danno della vittima di turno, sovente sottoposta a minacce e ricatti, non tanto velati e non tanto politici”.
La Giunta alza il tiro è chiede l’intervento dell’autorità giudiziaria, così spiega: “A fronte di ciò, una risposta crescente di violenza politica (premeditata?!), quotidianamente alimentata con azioni che passano dalle intimidazioni alle minacce ai ricatti urbi et orbi, che inevitabilmente viene sottoposta all’attenzione delle Autorità preposte alla vigilanza e controllo dell’ordine pubblico e dell’Autorità giudiziaria”.
Da Palazzo D’Alì sostengono che nessuno vuol vietare a nessuno il diritto alla protesta. Ma non si può protestare volendo influenzare l’agire amministrativo: “Di certo, non s’intende negare un diritto legittimo e democratico nel protestare contro una diversa parte politica e/o l’operato di una istituzione politica; ma, nel contempo, non si può non registrare che anche tale azione e’ strumentalmente mirata a condizionare la libertà di funzioni amministrative, non certamente per far vincere interessi generali ma per un chiaro e proprio tornaconto non solo politico”.
Indirettamente la Giunta fa intendere che la violenta contrapposizione alimentata con le parole da Antonini ha come scenario sempre e soltanto la questione gestione del Pala Daidone: “Rassicuriamo la comunità cittadina tutta, l’amministrazione procede nella direzione prevista senza pregiudizi e non facendosi condizionare anche dagli allucinanti fulmini di guerra, ispirata dall’intento di ricercare soluzioni legittime e trasparenti a tutela del generale interesse rappresentato (paradossalmente, anche a futura tutela della parte) e non certamente per fare un favore a qualcuno, di fatto autonomamente responsabile delle complesse criticità poste in gioco”.
Infine l’invito alla cittadinanza e alla tifoseria a non farsi strumentalizzare: “Invitiamo pertanto, i tifosi tanto del calcio che del basket e i cittadini tutti a non farsi strumentalizzare e a non raccogliere alcun tipo di provocazione istigatrice di odio sociale evitando di reagire in maniera scomposta, e limitandosi a rispondere nelle sedi opportune e dedicate, come si vuole in una società civile e democratica”