Palermo – Se domani decidessi di dare seguito alla richiesta di dimissioni finirei per affermare un principio discutibile: quello che un messaggio attraverso canali digitali possa avere più peso della nostra Costituzione. Stiamo parlando di una indagine che non è ancora conclusa e che dovrà passare da uno o più gradi di giudizio. Sono molto prudente”.
Così il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno, intervenendo in Parlamento riguardo l’indagine della Procura di Palermo che gli ha notificato un avviso di garanzia per corruzione e peculato.
“Non mi sono mai trovato in una situazione del genere e devo molto misurare qualsiasi genere di intervento – ha aggiunto Galvagno – Rispetto alle dimissioni della mia portavoce (Sabrina De Capitani, anche lei indagata per corruzione, ndr) le auguro di poter dimostrare di avere agito nei confini della legalità. Ho massimo rispetto degli uffici giudiziari che stanno proseguendo nella loro attività d’indagine”.
Intanto Marcella Cannariato si è dimessa dal Consiglio d’indirizzo della Fondazione del Teatro Massimo di Palermo. Cannariato è indagata per corruzione dalla Procura nell’ambito dell’inchiesta su finanziamenti pubblici concessi alla Fondazione Dragotto, di cui è vice presidente. L’indagine non riguarda il Teatro Massimo. Cannariato è moglie di Tommaso Dragotto, patron di Sicily by car.
“Il sistema di spartizione dei fondi pubblici è marcio. Lo diciamo da tempo e i fatti ci danno ragione. C’è una questione morale su cui è necessario, almeno questa volta, che la politica arrivi prima della magistratura. I tempi per farlo sono strettissimi e ci aspettiamo uno scatto di reni sin da subito da parte dei protagonisti di questa vicenda. Abbiamo denunciato da sempre la singolare continuità nella delega al Turismo di Fratelli d’Italia e nella relazione anche con il ministero del Turismo e con la presenza di alcuni faccendieri che affollano i gabinetti e stanno macchiando l’immagine e la credibilità della Regione Siciliana”. Lo dice il segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo, a proposito dell’inchiesta sul presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, su alcuni suoi collaboratori e sull’assessora regionale al Turismo, Elvira Amata.
“La vicenda non è più solo l’ennesimo episodio di mala politica regionale – spiega Barbagallo, che sull’argomento annuncia il deposito di un atto ispettivo urgente alla Camera al ministro per gli Affari regionali – ma investe anche il ruolo di controllo dello Stato che troppe volte ha finto di non vedere non impugnando, per calcolo politico, finanziarie regionali bancomat o non intervenendo su scandali colossali”.
“Il Pd ritiene che servano metodi più trasparenti per la gestione e l’erogazione delle risorse pubbliche”.
“Adesso – conclude – siamo in presenza di un’occupazione militare delle istituzioni in cui anziché esercitare il legittimo diritto di governare si scade nell’arbitrio del potere. Per questo oggi serve, da parte della politica, – aggiunge il segretario del Pd Sicilia – un sussulto per riprendere percorsi virtuosi, anche a tutela delle istituzioni”.