Marsala
Non è indagata, ma per il giudice Caterina Gentile avrebbe suggerito al marito la versione da fornire ai magistrati
Caterina Gentile è cancelliera penale al Tribunale di Marsala ed è moglier di Cosimo Leone e sorella di Massimo Gentile
Redazione17 Aprile 2025 - Cronaca



  • Revoca misura Antonio GiancanaCronaca

    Palermo – Non è indagata, ma citata nelle motivazioni della sentenza di condanna del fratello e del marito. È Caterina Gentile, sorella rispettivamente di Massimo Gentile l’architetto condannato a 10 anni in primo grado, con rito abbreviato, lo scorso 17 gennaio per associazione mafiosa e moglie di Cosimo Leone,  condannato nello stesso processo a 8 anni per concorso esterno.

    Entrambi condannati per aver favorito la latitanza a Matteo Messina Denaro. L’architetto Gentile per avere prestato la sua identità e Leone per averlo aiutato quando è stato ricoverato nel novembre del 2020 all’ospedale di Mazara del Vallo, dove lui lavorava come radiologo.

    La donna è cancelliera nella sezione penale del tribunale di Marsala

    Il suo nome compare nelle motivazioni della sentenza, depositate il 10 aprile scorso dove il giudice Marco Gaeta ripercorre il comportamento di Leone, che nel corso del processo si è difeso sostenendo di avere dato aiuto a un paziente per semplice spirito umanitario: “Lo facevo con tutte le persone, diciamo, questo senso di umanità e di aiutare la gente”; “non sono favori, io non li giudico favori, io li descrivo come senso di umanità, di aiuto, per aiutare le persone”.

    Una versione a cui il giudice non ha creduto

    Versione a cui il giudice Gaeta non ha creduto: “È evidente, alla luce dei dati obiettivi risultanti dai dati del traffico telefonico e, anche, della palese falsità della ricostruzione dei fatti offerta dall’imputato, che Leone Cosimo ebbe a prestare un aiuto concreto e consapevole alla latitanza di Matteo Messina Denaro, facendogli avere un telefono cellulare e una scheda telefonica ‘pulita’, che consentisse a quest’ultimo di poter utilizzare un nuovo canale di comunicazione verso l’esterno, in un momento assai delicato, non solo per lo stato di salute del latitante, ma, per quel che qui rileva, per l’intero assetto e per gli equilibri interni di Cosa Nostra”.

    Il colloquio tra la cancelliera e il marito Cosimo Leone

    Poi c’è un passaggio relativo ad un colloquio avuto da Leone con la moglie. “In particolare, va segnalato un passaggio del colloquio avvenuto l’11 aprile 2024, con il fratello, la figlia e la moglie Gentile Caterina, Cancelliera presso il Tribunale di Marsala, addetta al settore penale, alla quale Leone, secondo quanto riferito nel corso dell’esame, non avrebbe mai confidato, neppure dopo l’arresto di Messina Denaro, di aver aiutato Bonafede Andrea cl’69 nella gestione del ricovero del fantomatico cugino omonimo. Ebbene, nel corso dell’incontro in carcere, Caterina Gentile forniva evidenti suggerimenti al marito detenuto in ordine a quanto avvenuto in occasione dell’incontro con Bonafede Andrea del 14 novembre 2020, all’esito del quale Messina Denaro aveva acquisito la disponibilità di un cellulare e di una scheda telefonica”.

    Per il giudice la donna era a conoscenza della versione del marito

    Il giudice evidenzia che la donna era essere a conoscenza della versione che avrebbe dato il marito ancor prima dell’arresto avvenuto il 27 marzo e questo se si considera che nell’interrogatorio di garanzia il marito “si era avvalso della facoltà di non rispondere, che in occasione del primo colloquio in carcere, il 3 aprile, i due non avevano affrontato tale argomento (si veda la trascrizione in atti), se ne deve necessariamente dedurre, diversamente da quanto dichiarato dall’imputato, che la moglie del Leone fosse già a conoscenza della ricostruzione alternativa che il marito avrebbe successivamente prospettato, per averla con lui concordata già in epoca precedente all’emissione del titolo cautelare”. Durante la visita in carcere, invece, avveniva questo, secondo il racconto di Leone: “Vinni tannu quando mi vinni a purtari (è venuto quando mi è venuto a portare) la magliettina con le mutandine… e nel mezzo gli ha messo la, la (a questo punto Caterina Gentile dà un cenno con la mano destra verso il marito. Quest’ultimo, che nel frangente è rivolto verso il fratello Calogero Leone, si gira verso la moglie guardandola e annuendo con la testa come a far capire di aver colto il suggerimento, quindi riprende la frase) qualche…la scheda! Penso…penso. Perché non è che le ho viste!”. (Fonte il Fatto Quotidiano)

     




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