Negli anni ’70 e ’80, i ragazzi vivevano senza internet, senza cellulari e senza computer, eppure la loro vita era piena, ricca di esperienze e di relazioni autentiche. Non si trattava certo della preistoria, ma di un’epoca in cui i rapporti umani erano diretti e la tecnologia aveva un ruolo molto più marginale nella quotidianità.
Se si voleva parlare con qualcuno, si utilizzava il telefono di casa. Era un oggetto prezioso, spesso situato in un punto strategico della casa, e le telefonate avevano un limite di tempo, specialmente se in famiglia c’erano fratelli e sorelle in attesa di usarlo. Per organizzare un’uscita, bastava una chiamata veloce e un orario prestabilito: nessun bisogno di messaggi continui o aggiornamenti dell’ultimo minuto.
Le foto su carta: ricordi tangibili
Scattare una foto non era un gesto banale come oggi. Bisognava avere con sé una macchina fotografica, spesso ingombrante, e attendere giorni per sviluppare le immagini. Ogni scatto aveva un valore speciale e molte foto conservano ancora oggi dediche scritte a mano, nomi di amici e date importanti.
Il tempo libero: giochi, sport e lettura
Senza computer e smartphone, il tempo libero si riempiva in modo diverso. In casa, si giocava a carte o a giochi da tavolo, si ascoltava la musica dagli LP o dalla radio. Si leggeva molto: fumetti, enciclopedie, romanzi e libri di fantascienza. I pomeriggi d’estate erano segnati dalle partite a pallone nei campetti di paese o dalle pedalate in bicicletta, che spesso era il regalo per la Prima Comunione.
A 14 anni si passava al motorino, rigorosamente usato, che permetteva di raggiungere i paesi vicini e iniziare a frequentare nuovi ambienti. Dai 16 anni, la moto 125 segnava un nuovo capitolo di indipendenza.
Cinema, teatro e impegno sociale
Le serate erano spesso dedicate al cinema, alle uscite in pizzeria e, per alcuni, anche al teatro. Non mancava l’impegno politico e sociale: molti giovani partecipavano a movimenti studenteschi, a campionati sportivi locali o ad associazioni come Amnesty International. Alcuni lavoravano già con lezioni private per autofinanziarsi, mentre altri dedicavano il tempo a letture impegnate e alla scrittura.
Vita quotidiana e consumi
Non c’erano supermercati come oggi: si faceva la spesa nei negozi di quartiere, dal fornaio, dal macellaio, dallo “scarpolino” per le scarpe. Il cibo era spesso a km zero, coltivato direttamente o acquistato in piccoli mercati locali. L’abbigliamento seguiva le mode del tempo: pantaloni a zampa d’elefante, Loden, tabarro per i nonni, e i primi jeans diffusi solo sul finire degli anni ’70.
La tecnologia: i primi passi dell’informatica
Nonostante l’assenza di internet e social network, la tecnologia faceva già capolino nelle case. Alcuni ragazzi avevano il Commodore 64 per giocare, mentre pochi fortunati iniziarono a sperimentare con computer come lo ZX Sinclair. Era l’epoca dello SMAU, dei primi IBM e Apple, con interfacce grafiche rivoluzionarie per il tempo. Chi si avvicinava all’informatica lo faceva con grande passione, imparando il BASIC dai manuali in inglese e scrivendo righe di codice per divertimento o per creare semplici software.
Un’epoca di relazioni autentiche
Quella degli anni ’70 e ’80 era una vita fatta di incontri reali, di amicizie vissute, di esperienze condivise senza la mediazione di uno schermo. Si viveva con spontaneità, senza ansia da notifiche o dipendenza da dispositivi digitali. I ricordi di quell’epoca sono ancora oggi custoditi gelosamente in scatole di foto, diari e oggetti che raccontano un mondo forse meno immediato, ma incredibilmente ricco di emozioni.