17 marzo 2011, anniversario della (dis)Unità d'Italia
Siamo ormai giunti al capolinea di quella che è stata una bella esperienza durata 150 anni? E’ quello che occorre domandarsi a seguito del can can d...
Siamo ormai giunti al capolinea di quella che è stata una bella esperienza durata 150 anni? E’ quello che occorre domandarsi a seguito del can can dei Leghisti che, prima, hanno ostacolato la proclamazione dell’anniversario dell’Unità  di Italia ed ora, a Milano, hanno compiuto un ulteriore atto che mira a destabilizzare il già fragile equilibrio politico tra la stessa Lega e una Pdl che ostinatamente rimane attaccata al Carroccio, visto non come alleato politico, ma solo come ancora di salvataggio ai problemi del Padre-Padrone dei pidiellini. Oggi il presidente del consiglio regionale della Lombardia, Davide Boni, ha comunicato che” gli uffici del consiglio regionale resteranno aperti nella giornata del 17 marzo con modalità e operatività che saranno comunicati successivamente". La comunicazione è stata letta in aula , come informa Repubblica, assente lo stesso Boni e il compagno di partito Renzo Bossi, meglio noto come 'il Trota', figlio di Umberto, mentre due consiglieri del Carroccio ,Jari Colla e Massimiliano Romeo ,si sono presentati indossando la felpa con la scritta 'Lombardia' . Una provocazione che è stata comunicata ad insaputa dell'Ufficio di presidenza. Franco Nicoli Cristiani , esponente del Pdl, che era di turno al momento dell'annuncio, ha espresso il suo dissenso, sottolineando come si tratta di una decisione adottata contro la legge nazionale . Stupito ed ironico, Filippo Penati , l’altro vice presidente, in quota Pd, che ha ricordato come pochi giorni prima lo stesso Boni aveva addirittura proposto di chiudere, oltre il 17,anche il 18 per consentire di fare il ponte. Insomma, nel caos di questa nostra sempre più martoriata Nazione che, con 150 anni di vita sulle spalle è, come ricordava nella sua letcio magistralis televisiva Benigni, una bambina, a fare i capricci sono i grandi, quelli che dovrebbero essere più responsabili. Ma questo è un termine che ormai è entrato in disuso: la forza di questa gente sta nella debolezza di una popolazione che sembra sempre più in disaffezione per una classe politica dirigente che ormai è sempre più autoreferenziale, forte di un consenso acquisito con l’inganno e la disinformazione e di una opposizione vecchia e stantia, che propone vecchi slogan e altrettanto vecchie idee. Uccidendo la speranza della gente e il sacrificio di chi a questa Italia unita ha dato la propria vita.
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